Economia

Videosorveglianza con i droni, la geniale idea di due fratelli torinesi conquista l’America

TORINO. La startup fondata ad agosto 2018 nella Silicon Valley da due fratelli torinesi di 18 e 27 anni è stata nominata “DroneGuardy”. L’intento è quello di rivoluzionare il mondo della security e della videosorveglianza per ville e aziende attravero i droni. La California sta sperimentando l’app con oltre 1500 piloti iscritti in meno di un mese, mentre a fine ottobre si chiuderà il primo round d’investimento di 250 mila dollari.

Simone Russo ha 27 anni e conosce bene il mondo dei droni. Nel 2015 la rivista statunitense Wired l’aveva inserito nella classifica dei cinque giovani startupper under 35 più promettenti, e da allora ha lavorato con successo al suo progetto “Immodrone”, integrando l’utilizzo dei droni nel marketing turistico immobiliare. Alessia Russo, invece, ha da poco compiuto 18 anni, ma già nel 2017 frequentava l’ultimo anno di High School in Canada, a Vancouver, maturando il desiderio di voler lavorare a un proprio progetto.

«Il mercato della sicurezza negli Usa vale 67 miliardi di dollari, con una previsione di crescita costante che lo porterà a valere 82 miliardi entro il 2023. Dall’altro lato l’impatto della criminalità sull’economia americana, con 2 milioni di furti nelle case ogni anno, pesa 1 trilione di dollari all’anno. Due dati che ci hanno fatto riflettere: la sorveglianza potenziata da un drone può essere più veloce di qualsiasi guardia di sicurezza privata; ha inoltre un forte effetto deterrente e offre una visuale aerea più completa e efficace», spiega Simone.

Al progetto di Simone e Alessia ci ha creduto anche Davide Venturelli, italiano che dal 2012 lavora al centro di ricerca della Nasa in Silicon Valley, in qualità di scienziato specializzato in intelligenza artificiale e che ha messo a disposizione del DroneGuardy la tecnologia di automazione dei droni della sua azienda, Archon. In caso di catastrofi e calamità naturali i droni possono essere molto utili, velocizzando il tempo d’intervento. Creata una capillare rete di piloti, un drone può infatti partire e raggiungere qualsiasi luogo, in meno di dieci minuti, restituendo immagini in alta risoluzione in tempo reale e da varie angolazioni.

L’app funziona così: i piloti iscritti, geolocalizzati, ricevono la notifica di un volo da effettuare, e accettata la missione, il drone del pilota si alza in volo per raggiungere il luogo, iniziando a trasmettere immagini in tempo reale al proprietario e alla centrale operativa.

«La novità degli ultimi giorni – aggiunge Alessia – è che abbiamo offerto l’utilizzo gratuito della nostra App alle forze di polizia e c’è stato subito molto interesse per pianificare al meglio le operazioni prima del loro arrivo sul posto». 

L’abbonamento mensile al servizio è venduto a partire dai 99 dollari in Usa ma per il lancio italiano, previsto per il 2019, le tariffe saranno inferiori. Nella startup ha creduto anche il colosso Dji, leader mondiale nella produzione di droni consumer e professionali, che ha siglato un accordo di partnership con DroneGuardy per la California.

Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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