Economia

Da azienda di famiglia a multinazionale: i 60 anni di storia della canavesana Megadyne

MATHI. Il nome Corrado Tadolini, forse, non dirà niente ai più, ma ai quasi 4 mila abitanti di Mathi non passerà inosservato. Lo collegheranno subito alla Megadyne, società leader mondiale nella produzione di cinghie e sistemi di produzione, perché Tadolini ne è stato il fondatore. E non è tutto.  Questa è la verità di una piccola azienda a conduzione familiare, che, nel tempo della ricostruzione di un’Italia uscita dal secondo conflitto mondiale della Storia, diventa una multinazionale leader nel suo settore, chiudendo il 2017 con 319 milioni di euro di fatturato, dopo aver raggiunto l’anno prima 282,3 milioni di euro di ricavi netti consolidati, un ebitda di 61 milioni e un debito finanziario netto di 176,4 milioni. I valori hanno premiato la lungimiranza del fondatore, riuscendo a raggiungere obiettivi straordinari grazie a impiegati dediti e appassionati del proprio lavoro, e clienti, insieme con i proprietari.

Il fondatore Corrado Tadolini

La Megadyne, infatti, fa numeri da capogiro: serve oltre 30 mila clienti, e impiega 2 mila e 300 dipendenti. Fondata a Mathi alla fine degli Anni Cinquanta inizia a sviluppare e produrre cinghie di gomma all’interno di quello che, all’epoca, era un piccolo negozio locale. Ci vogliono circa 30 anni per giungere alla svolta, una svolta nello sviluppo dell’azienda che arriva negli Anni Ottanta, utilizzando tecnologie innovative: produrre cinghie in poliuretano.

Italia, Europa, resto del mondo, dal Brasile alla Cina: 17 gli stabilimenti di produzione e 35 i centri di distribuzione oggi. I risultati nel tempo sono sorprendenti, si amplia la gamma dei prodotti, e la Megadyne inizia ad affacciarsi sul mercato nazionale dei sistemi di produzione, affermando la propria immagine di qualità. Seguono quindi gli Anni Novanta, quelli dell’espansione mondiale, con la creazione di una serie di filiali nei continenti.

L’acquisizione di una fabbrica di cinghie in gomma in Spagna e quella di uno stabilimento di pulegge vicino Milano aprono il nuovo millennio, segnato per Megadyne anche dall’acquisizione di Jason Industrial, che garantisce all’azienda una solida presenza commerciale e produttiva in America. Importanti sono poi la costruzione dello stabilimento di produzione di cinghie in poliuretano a Qingdao, in Cina, e l’acquisizione della fabbrica di cinghie in gomma a Ningbo, perché garantiscono una valida base produttiva in Asia.

Lo stand di Megadyne alla fiera di Hannover dello scorso anno

Inoltre, acquisizioni strategiche, che consentono all’azienda di aumentare l’offerta di prodotti, la fanno crescere. E, su questa rotta, la Megadyne acquisisce la Rultrans Transmission, in Turchia, Bca in America, gli impianti produttivi in Italia, Turchia e Stati Uniti di Sampla Belting e della Helicord, proseguendo, di recente, con Sacif, in Italia, Megabelt in Israele, Ave in Spagna e Cimexsa in Colombia.

Infine, l’ultima mossa. Dopo la cessione a Partners Group, operazione che si prevede di perfezionare nel terzo trimestre 2018, ecco il co-investimento deliberato dalla holding finanziaria della famiglia Tadolini, con Partners Group, nel nuovo Gruppo valorizzato 2 miliardi di euro, che si creerà a seguito della fusione tra Megadyne e Ammeraal.

«Continueremo su questa via, sfruttando le nostre competenze principali come: l’essere semplici e diretti negli affari; l’abilità di trovare le migliori soluzioni per i nostri clienti; i tempi rapidi di reazione e la flessibilità nell’adattarsi ai cambiamenti del mercato», dichiara la Megadyne.

 

Simona Cocola

Giornalista pubblicista torinese, ha iniziato a collaborare per la carta stampata nei primi anni dell'università, continuando a scrivere, fino a oggi, per diverse testate locali. Ha inoltre lavorato in una redazione televisiva, in uffici stampa, ha ideato una rubrica radiofonica, ed è autrice di due romanzi.

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