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A San Nazzaro Sesia torna la “Giornata Medievale all’Abbazia”

Il complesso abbaziale dei Santi Nazario e Celso di San Nazzaro Sesia, nel cuore delle risaie novaresi, sarà protagonista domenica 14 maggio della “Giornata Medievale in Abbazia“, evento ormai giunto alla quinta edizione.

Obiettivo della manifestazione, organizzata da Piemonte Medievale, associazione culturale Speculum Historiae e parrocchia dei Santi Nazario e Celso, in collaborazione con il comitato Madonna della Fontana e con il patrocinio di Regione Piemonte e Provincia di Novara, è di offrire ai visitatori uno spaccato della vita quotidiana nel Piemonte medievale, con particolare riferimento alla situazione sociale riscontrabile al principio del XV secolo.

Negli spazi dell’abbazia si ritroveranno dalle ore 10 alle 18 oltre trenta rievocatori in abito storico, che allestiranno i propri banchi presentando ai visitatori, trasformati in veri e proprio viaggiatori nel tempo, gli antichi mestieri del mercante, del rilegatore, del costruttore di balestre, del sarto, dell’uomo d’arme e tanti altri. Inoltre, per la prima volta nella storia della manifestazione, saranno presenti falconieri con i loro rapaci e ci sarà la possibilità di imparare a conoscere questi splendidi animali.

Parteciperanno alla Giornata Medievale nell’Abbazia i seguenti gruppi storici: associazione culturale Res Gestae di Alessandria, Carole di San Martino di Villastellone (TO), Compagni di Viaggio di Balzola (Alessandria), Compagnia del Corvo di Selene di Marnate (Varese), Compagnia dell’Orso Nero di Chieri (Torino), Gens Turris di Bolzano Novarese (Novara).

L’evento sarà anche l’occasione di scoprire l’affascinante complesso abbaziale di San Nazzaro Sesia, grazie ad apposite visite guidate.

L’abbazia in sintesi

Immersa tra le risaie novaresi, nelle vicinanze del fiume Sesia, l’abbazia benedettina dei Santi Nazario e Celso, al centro dell’abitato di San Nazzaro Sesia, si presenta oggi in forme tardo-gotiche quattrocentesche, ma la sua fondazione risale alla metà dell’XI secolo (l’atto istitutivo è datato 1040) per iniziativa del vescovo di Novara Riprando e dei suoi fratelli, conti di Pombia.

Dell’originaria costruzione romanica non rimangono molte testimonianze: tra le più significative l’atrio addossato alla facciata della chiesa abbaziale e il poderoso campanile, ascritto all’XI/XII secolo, un tempo provvisto, come tutto il complesso, di “fortilicia”, elementi aggiunti a scopo difensivo, che conferivano all’architettura dell’insieme un aspetto militare, di abbazia incastellata.

Un nuovo fervore edilizio si manifestò alla metà del XV secolo quando uno degli ultimi abati regolari, Antonio Barbavara, in carica dal 1429 al 1467, si fece promotore di interventi che impressero una fisionomia tardo-gotica al complesso, cancellando quasi del tutto la precedente impostazione romanica. La rinascita architettonica del monastero, impreziosito da affreschi e raffinate decorazioni in cotto, non corrispose però alla rifioritura della vita monastica, dato che di lì a poco, nel 1573, se ne sancì la trasformazione in parrocchia.  

Tra gli elementi che caratterizzano il complesso, destando curiosità, vi sono le due costruzioni risalenti al XII secolo che, disposte perpendicolarmente alla facciata della chiesa e provviste di portico al piano terra, danno forma a un lungo corridoio (atrio) che accompagna il visitatore dinnanzi al raffinato portale d’ingresso, realizzato nel XV secolo e sovrastato da un oculo con raffinate lavorazioni in cotto.

Degno di nota è anche l’arioso chiostro, realizzato a est della chiesa tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento, che conserva un interessante ciclo di affreschi del XV secolo dedicati alla Vita di San Benedetto, opera di due pittori diversi, il primo noto con l’appellativo “dei castelli rossi” e il secondo “delle case grigie”, dalla differente cornice architettonica in cui sono inserite scene e figure. 

Tutto da esplorare è poi il contesto naturale in cui il comune di San Nazzaro Sesia è inserito, perché a ridosso del paese insiste un’importante area protetta, il parco delle Lame del Sesia, creato a tutela dell’ambiente caratteristico delle “lame”, stagni di forma arcuata che si sono formati nei periodi di piena, quando il fiume, superati gli argini, ha scavato un nuovo alveo di raccordo tra due anse trasformando il meandro saltato in un bacino di acqua ristagnante, detto “lama”. A breve distanza sorge poi la Riserva naturale speciale Isolone di Oldenico, con boschi di pioppi, salici, robinie e, fra gli alberi, una garzaia dove nidificano aironi, garzette, nitticore.

Paolo Barosso

Giornalista pubblicista, laureato in giurisprudenza, si occupa da anni di uffici stampa legati al settore culturale e all’ambito dell’enogastronomia. Collabora e ha collaborato, scrivendo di curiosità storiche e culturali legate al Piemonte, con testate e siti internet tra cui piemontenews.it, torinocuriosa.it e Il Torinese, oltre che con il mensile cartaceo “Panorami”. Sul blog kiteinnepal cura una rubrica dedicata al Piemonte che viene tradotta in lingua piemontese ed è tra i promotori del progetto piemonteis.org.

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