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Restauri d’Arte, ultimo reportage prima della pausa estiva: il santuario del Valinotto a Carignano

CARIGNANO. La serie di reportage televisivi che Città Metropolitana di Torino dedica ai Restauri d’Arte prosegue questa settimana con il filmato dedicato ad uno dei tesori architettonici della Città di Carignano, la cappella della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, comunemente conosciuta come Santuario del Valinotto. Dopo 15 puntate realizzate a partire dal mese di marzo, la rubrica si concederà poi una pausa estiva e ritornerà a documentare il bello del territorio e il grande lavoro per tutelarlo e farlo conoscere a partire da giovedì 2 settembre

I filmati vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 13 del digitale terrestre, il venerdì alle 19.45, il sabato alle 13.30 e la domenica alle 22.30. Per visionare la playlist dei reportage video sinora pubblicati sul canale YouTube della Città Metropolitana di Torino basta accedere al portale Internet della Città Metropolitana di Torino, alla pagina http://www.cittametropolitana.torino.it/speciali/2021/riflettori_restauri_arte/
Per visionare tutte le fotogallery dei Restauri d’Arte e scaricare le immagini: urly.it/3dkm8.

Alla riscoperta di un gioiello del barocco piemontese

A Carignano un gioiello dell’architettura sacra del barocco piemontese è tornato all’antico splendore, grazie ad un luminare dell’architettura, all’associazione Progetto Cultura e Turismo e al sostegno finanziario della Compagnia di San Paolo: si tratta della cappella della Visitazione di Maria a Santa Elisabetta, comunemente conosciuta come Santuario del Valinotto. Progettato da Bernardo Antonio Vittone ed edificato nel 1738 su di un terreno del banchiere carignanese Antonio Facio, il Valinotto è l’opera giovanile più significativa del Vittone, che nella fase di transizione tra l’età barocca e il neoclassico mostrava ancora un solido attaccamento agli insegnamenti dei maestri Guarini e Juvarra, ma anche del Bernini e del Borromini.

Quello che si ripercorre brevemente nell’ultima puntata dei Restauri d’Arte prima della pausa estiva è il recupero di uno di quegli edifici di culto tipici del XVII e del XVIII secolo annessi a grandi cascinali o posti al centro di borgate rurali: chiese o cappelle che offrivano alla comunità locale un luogo fisico e un simbolo di aggregazione e di identità, ancora sentiti nel XXI secolo. Il santuario del Valinotto spicca con il bianco del suo intonaco nel verde della campagna circostante. Nelle giornate serene e limpide trova nel Monviso e nelle altre cime delle Alpi Cozie una scenografia naturale impareggiabile, che ne valorizza le linee architettoniche. Il banchiere Facio fede edificare la cappella per i contadini dei suoi possedimenti, collocandola in un terreno appartenuto precedentemente ai padri Agostiniani di Carignano, i quali nel XVI secolo avevano costruito una chiesetta intitolata alla Madonna della Neve. Vittone volle inglobare nel nuovo santuario quella chiesetta, destinandola alla funzione di sacrestia.

Un’architettura di luce e di perfezione geometrica

Come ha spiegato nell’intervista registrata per il reportage televisivo l’architetto e docente universitario Agostino Magnaghi, che ha curato la progettazione e la direzione del restauro, il santuario del Valinotto “è collocato in una campagna che è un vuoto; un vuoto che però ha una storia molto antica ed è un museo di sé stesso. La corona delle Alpi Cozie e il Monviso sono fortemente interrelati con una chiesa che è un’opera magistrale. Il Valinotto è un esempio di un modo interessante di concepire struttura e decorazione. È un’architettura di luce, in cui l’illuminazione entra indirettamente, provenendo da camere di luce invisibili, che funzionano come lampade che rischiarano la parte interna dell’aula. In età giovanile Vittone studiò e osservò a Roma l’opera di Francesco Borromini, considerato l’ideatore delle camere di luce”.

Nelle contenute e austere dimensioni della costruzione, Vittone riuscì a racchiudere la perfezione geometrica, la luce evocativa, le intuizioni mariane e una serie di chiaroscuri strutturali e ascetici. La pianta della chiesa è circolare e al suo interno è iscritto un esagono. La copertura è composta da tre volte sovrapposte, traforate e aperte, realizzate con un sapiente uso geometrico dei pennacchi. Sui sei piloni di base girano archi a pieno centro. Sul tamburo circolare sorge la cupola, sormontata da un cupolino detto lanterna. Dall’imposta della cupola partono sei archi a fasce che si intrecciano, formando un esagono, e un’altra cupola emisferica, che si apre su una cupola esterna e sulla lanterna. La copertura è quindi composta da tre strati sovrapposti e da una cupola sommitale. Dall’esterno sono chiaramente visibili i tre livelli, che conferiscono all’edificio una vaga somiglianza con le pagode orientali. La cappella-santuario del Valinotto è visitata ogni anno da migliaia di turisti e studiosi provenienti da tutto il mondo.

I restauri finanziati dalla Compagnia di San Paolo con un milione di euro hanno riguardato sia gli affreschi interni, fortemente deteriorati dall’umidità, sia le murature esterne. Visitando il sito Internet www.carignanoturismo.org è possibile reperire informazioni sulle possibilità di prenotare visite individuali al santuario. La cappella è sempre aperta la domenica pomeriggio su prenotazione.

(Fotografie di Marinella Piola)

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