ENOGASTRONOMIAΩ Primo Piano

Nel Monferrato astigiano alla scoperta della storica cantina Braida

ROCCHETTA TANARO. Nella guida dedicata a “I migliori 100 vini e vignaioli d’Italia” è Raffaella Bologna a raccogliere il titolo di “Vignaiola dell’anno”, grazie ai vini della sua cantina Braida di Rocchetta Tanaro, creata dal padre Giacomo, ora condotta con la stessa passione da lei e dal fratello Giuseppe.

La storia della cantina Braida

Braida era il soprannome di Giuseppe Bologna, carrettiere e amante della palla elastica e dei cavalli. Un nome che il figlio Giacomo, viticoltore, eredita e conferisce alla sua cantina, dove vinifica il frutto delle sue vigne di Barbera, a Rocchetta Tanaro. Nel 1961 decide di imbottigliare “La Monella”, che nel 1969 gli farà vincere la medaglia d’oro al Concorso nazionale dei vini Douja d’Or di Asti, insieme al diritto di partecipare gratuitamente alle fiere. Fu l’inizio di una serie di esperimenti di successo, come ad esempio con il Bricco dell’Uccellone, osannato dall’enologo californiano André Tchelistcheff, insieme al Bricco della Bigotta e l’Ai Suma, tutti vini molto apprezzati, che vanno in produzione solo se le annate lo permettono. Il successo di questa etichetta è poi assicurato anche grazie alle numerose bottiglie di pregio distribuite online, come si può notare visitando la sezione dedicata alla cantina piemontese Braida su Tannico, una delle enoteche telematiche più fornite.

Nelle terre della Barbera

Le vigne della Barbera della cantina Braida sono soprattutto intorno a Rocchetta Tanaro e sono radicate in un terreno misto di sabbia e argilla, ideale per trattenere il quantitativo d’acqua sufficiente a nutrire la pianta senza che l’eccessiva umidità infradici le radici. Ma la produzione si avvale anche dei vigneti delle zone di Costigliole d’Asti e Castelnuovo Calcea, più sabbiosi e ricchi di calcare, ottimi per i bianchi. A Castelnuovo infatti il terreno riceve già il calore in largo anticipo, e scalda la pianta avviando una maturazione prematura, mentre le zolle di Costigliole, più ricche di argilla, conferiscono, al vino, corpo ed aroma intensi. Ottime le uve di Mango d’Alba, che pescano in terreni freschi e ben drenati, e non sfibrano la produzione, e quelle di Trezzo Tinella, esposte a sud, tiepide e ventilate, tardive grazie anche all’altitudine di 450 metri sul mare. Ma ci sono due vini, in particolare, che hanno ricevuto più di un riconoscimento d’eccellenza.

Vini rossi d’eccellenza: il Bricco dell’Uccellone e il Grignolino riserva

Il Bricco dell’Uccellone della cantina Braida, come già detto, si è aggiudicato il premio “Wein Legende”, assegnato dalla Redazione della rivista tedesca Der Feinschmecker. La proprietaria, Raffaella Bologna, insieme al fratello Giuseppe e il marito Norbert Reinisch, raccolgono un premio che in Italia è arrivato solo altre due volte, nel 2009 per il Sassicaia e nel 2011 per l’Ornellaia. Un successo che è servito anche a commemorare la figura del fondatore, Giacomo Bologna, insieme alla sua politica di rivoluzione del Barbera, impiantata sulla selezione delle uve e dei barrique unici e realizzati proprio per la Braida. Il Grignolino Riserva invece, definito da Luigi Veronelli il più rosso dei bianchi e il più bianco dei rossi, nasce e si struttura nel segno dell’innovazione. Un vino leggero, al profumo di rosa, con il gusto penetrante dei frutti rossi, destinato a fare strada proprio grazie al suo bouquet delicato e discreto.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio