Curiosità

Torino segreta: 5 posti di cui in pochi conoscono l’esistenza

Dipinti che fanno la loro comparsa solo agli equinozi, il Casinò delle Alpi, la città sotterranea, l’arredo
più bello del mondo, l’orologio che non segna l’ora, il rifugio aereo di Valdocco, il vigneto
“metropolitano” più antico d’Italia, il palazzotto trasformato in museo, la pietra che stimola la
fecondità, insoliti segnali stradali nascosti nel verde e addirittura l’elaboratore elettronico in carta e
legno datato 1831. Lontano dal traffico pedonale e veicolare, lontano dai luoghi comuni, Torino è
capace di celare tesori nascosti e insoliti che si lasciano scoprire solo dagli abitanti più attenti e dai
visitatori più curiosi. Tutto questo è condensato nelle 300 pagine di Torino insolita e segreta, scritto
da Andrea Fabrizio, edito da Jonglez, che accompagna il lettore alla conoscenza di luoghi impensabili
nella città più esoterica d’Italia. Ne abbiamo scelti cinque.

Tra i meno misteriosi ma ugualmente segreti, uno di quelli in cui ci si ritirava a vita privata, e solo in compagnia di fiches e croupier oppure delle slot machine, c’era il Casinò delle Alpi: una vera e propria sala da gioco in centro città. Aperta nel 2012 ha chiuso i battenti dopo pochi anni di attività. Vera alternativa per gli appassionati del settore, ha lasciato ben presto spazio al digitale. Oggi gli abitanti di Torino possono fare un salto a Saint Vincent qualora vogliano visitare una sala terrestre, altrimenti possono optare per l’online, previa consultazione della più classica lista di casino online AAMS ADM con l’elenco delle piattaforme sicure, disponibili su internet.

La città sotterranea è la seconda attrazione nascosta del capoluogo piemontese. Il percorso, a 15
metri di profondità muniti di torcia e in compagnia della guida, permette di scoprire i luoghi misteriosi
e ricchi di storia di Torino: le catacombe, che si trovano sotto alcune delle chiese più antiche del
centro urbano, le cantine sotterranee, le gallerie del Settecento, le regie ghiacciaie di Porta Palazzo,
utilizzate durante i periodi di guerra e carestia, e gli infernotti dei palazzi barocchi.

Ma sotto il calpestio quotidiano dei marciapiedi torinesi si nasconde un altro piccolo mondo che ha
messo al sicuro la città e i suoi abitanti durante il secondo conflitto mondiale. E’ il rifugio aereo di
Valdocco in piazza Risorgimento, tra via Nicola Fabrizi e via Buronzo: un reticolo di tre gallerie
parallele di 40 metri e larghe 4,5 collegate da otto passaggi, poste a 12 metri di profondità su una
superficie complessiva di circa 550 mq. Riaperto nel 1995 permette di respirare l’apprensione
sperimentata dai torinesi durante le incursioni aeree degli anni ‘40.

Tornando in superficie ci si può rinfrancare puntando al verde del vigneto “metropolitano” più antico
d’Italia: quello Villa della Regina a Torino, recuperato tra il 2003 e il 2006, grazie agli interventi
congiunti del Ministero per i Beni Culturali e delle Cantine Balbiano. Oltre 400 anni di storia dell’unico
vitigno italiano a crescere in città. Uno dei pochi in Europa, insieme a Parigi e Vienna. Ogni anno
vengono prodotte più di 4000 bottiglie. Piccolo, grande vanto nascosto, ma non troppo,
particolarmente apprezzato dagli amanti del buon vino.

A metà strada tra genio e mistero spuntano, infine, i dipinti che fanno la loro comparsa solo agli equinozi. Per vederli basta andare in una delle chiese più belle di Torino: la Real Chiesa di San Lorenzo. Gli oculi delle cappelle radiali  sono stati progettati per restare al buio, per cui non è quindi possibile vedere il loro interno. A meno che non si visiti la chiesa in occasione dell’equinozio di primavera e d’autunno, verso mezzogiorno, quando la luce solare, se è bel tempo, entrando dalla cupola in alto  colpisce l’oblò e rileva l’affresco segreto. Altre particolarità si possono trovare nell’opera “Torino insolita e segreta”, ossia un viaggio negli angoli nascosti della città declinato in 160 schede che permettono di approfondire tutto ciò che di insolito caratterizza la città esoterica d’Italia. Un modo nuovo per conoscere ciò che di curioso e nascosto viene conservato nelle attrazioni più chiacchierate. Perché in fondo è proprio vero che niente è mai come appare.

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