Cultura & SpettacoliΩ Primo Piano

L’opera di Varotsos cambia sede: ora è all’ombra del Grattacielo San Paolo

TORINO. È intitolato “La totalità”, ed è opera del noto artista greco Costas Varotsos (nato ad Atene nel 1955, ma diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Roma e laureato in Architettura all’Università di Pescara). E’ il monumento composto da lastre triangolari di cristallo sovrapposte, attualmente in fase di rifinitura, che fa bella nostra di sé all’ombra del Grattacielo Intesa Sanpaolo, nei Giardini Grosa.

Varotsos, definito lo “scultore-poeta”, predilige i manufatti di grandi dimensioni, frutto di riflessioni sui temi esistenziali, come l’energia, lo spazio, il tempo e la natura, e non è nuovo a questa tipologia di opere d’arte in vetro. Monumenti pubblici di questo genere sono presenti ad esempio, in Grecia, a Cipro, negli Stati Uniti e in Svizzera, oltre che in altre location italiane. Ma quella ai piedi del Grattacielo Sanpaolo non è un’opera nuova realizzata ad hoc. Venne a suo tempo scelta, tra un pull di progetti di opere d’arte alternative, dai residenti del Cit Turin, per essere posizionato al centro della fontana dei giardini di piazza Benefica. La scelta venne condotta con un referendum che coinvolse la popolazione del Cit Turin, il quartiere per antonomasia del più raffinato liberty torinese.

L’installazione ha lasciato piazza Benefica per approdare all’ombra del Grattacielo Intesa San Paolo (foto sotto)

Tra le opere candidate ad abbellire la piazza, quella di Varotsos risultò in assoluto il monumento preferito dalla maggioranza dei cittadini del vicinato. Ma col tempo, alcuni residenti hanno cominciato a contestare quell’opera, sempre colma di polvere e di non facile manutenzione, mettendone in dubbio la staticità, e persino l’estetica, dimenticando che era stata scelta da loro stessi qualche solo qualche lustro prima, affascinati dalla sua originalità e dalla sua bellezza.

Ahi ahi! Si potrebbe dire “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”. Ma in democrazia, per fortuna, si è liberi anche di cambiare idea. Però non sempre ciò avviene senza costi aggiuntivi e in modo indolore. In questo caso, tuttavia, si è dimostrato realistico quel vecchio adagio popolare che afferma “chi la dura, la vince”.

Il monumento vitreo del Cit Turin è stato infine asportato, restaurato e riposizionato altrove, e precisamente all’ombra del Grattacielo Intesa San Paolo, quasi all’angolo tra corso Inghilterra e corso Vittorio Emanuele: sarà la banca che si prenderà cura – dora in poi – della sua manutenzione ordinaria e straordinaria. Il monumento di Varotsos è rimasto nello stesso quartiere, poco distante dall’allocazione originaria. E ci sarà chi se ne prenderà cura. Una soluzione a lieto fine, dunque, che accontenta tutti.

L’episodio può far tuttavia riflettere sulla volubilità e sulla volatilità di certe scelte popolari. E al sottoscritto, che – in quanto non residente – non aveva partecipato a quel referendum, il cui esito è stato da molti rinnegato e contestato, vien da chiedersi: “Chissà quale piega avrebbe assunto questa vicenda se a vincere la selezione popolare fosse stato uno degli altri monumenti esclusi. Ma mi rendo conto che si tratta di una vacua domanda retorica.

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio