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Carlo Alberto Racchia, un grande piemontese di mare

A Bene Vagienna, dove è sepolto, ancora si producono i “Basin” della Marchesa Racchia, i deliziosi dolcetti di cui l’Ammiraglio era ghiotto

BENE VAGIENNA. Un imponente mezzo busto in bronzo ritrae un uomo di mare nel Cimitero di Bene Vagienna: indossa la divisa da ammiraglio e mostra il cipiglio austero del navigante, con le mani idealmente appoggiate sul timone. L’epigrafe murata accanto al monumento, con  lapidaria e laconica solennità, racconta e sintetizza la vita di questo grande marinaio piemontese:

“Carlo Alberto Racchia / Vice Ammiraglio / 1833 – 1896 / Pugnate le sacre guerre / fiera ai venti di tutti gli Oceani / dié l’itala vela e l’insegna. / Nel nome d’Italia / pattuì primo / liberi commerci con l’estremo Oriente. / Nella nave ammiraglia / ebbe sola cura la Patria / solo pensiero il naviglio. / Morì sul mare”.

Carlo Alberto Racchia, di nobili origini benesi (venne tenuto a battesimo dal re Carlo Alberto, e non a caso chiamato con lo stesso nome del sovrano) nacque a Torino il 31 Agosto 1833, e morì nel mare della Spezia il 12 Gennaio 1896. Intrapresa la carriera militare in Marina, nel 1852 ottenne i galloni di Guardiamarina; nel 1868 aveva già ottenuto le mostrine di Capitano di Fregata di 1ª classe; nel 1876 venne promosso Capitano di Vascello di 1ª classe; nel 1881 ottenne i gradi di Contrammiraglio, e nel 1887 quelli di Viceammiraglio. Partecipò alle Campagne di guerra del 1849, del 1855-56, del 1859 e del 1860-61 in Sicilia.

Navigò sul brigantino Aurora, sulla corvetta Aquila, sulle fregate Beroldo e Maria Adelaide. Dal 1868 al 1871, al comando della corvetta Principessa Clotilde, compì una campagna di 40 mesi nei mari d’Oriente, concludendo trattati di amicizia col Siam e con la Birmania. Fu Presidente del Tribunale Militare Marittimo della Spezia dal 1875 al 1876, e Comandante della Regia Scuola di Marina di Genova dal 1876 al 1880. Ricoprì inoltre molte altre cariche prestigiose, fino ad assumere, nel 1892, quella di Ministro della Marina. Nello stesso anno fu nominato Senatore, dopo essere stato Deputato per la Circoscrizione di Grosseto nelle legislature XV, XVI e XVII. Nel 1894 assunse il comando della Squadra attiva, che l’anno successivo divenne squadra di riserva. Durante questo incarico si ammalò e morì di polmonite a bordo della Lepanto, nel mare della Spezia.

Il monumento all’Ammiraglio Carlo Alberto Racchia nel Cimitero di Bene Vagienna (Cn)

Nella solenne commemorazione funebre, letta pubblicamente in Senato dal Presidente Domenico Farini, così venne ricordato l’ammiraglio Racchia: “… in tutti gli uffici zelò gli interessi dell’Armata alla quale, come ad una benamata famiglia, lo stringeva immenso affetto. La severità della disciplina, l’addestramento degli equipaggi, i regolamenti tattici, i progressi tecnici curò con mano rigida, con intelligenza, con tenace convinzione fatte di studio, di pratica, di meditazioni…”.

La Corrazzata Lepanto, alla fonda nel mare della Spezia,
a bordo della quale morì l’Ammiraglio Carlo Alberto Racchia, sepolto a Bene Vagienna (Cn)

La Città di Bene Vagienna ha dedicato a Carlo Alberto Racchia una via.

La consorte di Carlo Alberto Racchia, la Marchesa Paolucci delle Roncole, soleva ricevere gli ospiti nel palazzo di famiglia offrendo loro dei deliziosi dolcini alla nocciola, la cui ricetta segreta è stata tramandata fino ai giorni nostri nel massimo riserbo. Sono “I Basin della Marchesa”, una squisità specialità tuttora prodotta a Bene. Chi volesse conoscere altri particolari su questa sfiziosa specialità può rileggere l’articolo che Piemonte Top News ha dedicato ai Basin cliccando QUI

È bello rispolverare le nostre pagine di storia anche gustando un ghiotto pasticcino del Piemonte.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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