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Torino, sino al 17 dicembre al Museo Fico la mostra fotografica “Contessa di Castiglione”

TORINO. Prosegue sino al 17 dicembre la mostra fotografica Contessa di Castiglione al Museo Ettore Fico di via Cigna 114 a Torino. Si tratta della prima rassegna italiana di una delle più grandi figure della storia della fotografia che comprende oltre cinquanta rari ritratti della nobildonna dal 1850 al 1890. Diretti e messi in scena dalla stessa contessa e realizzati in collaborazione con il fotografo di studio Pierre-Louis Pierson, questi “autoritratti” sono alcune delle immagini più straordinarie della storia della fotografia, precursori della fotografia di moda e dell’autoritratto performativo. Centocinquanta anni fa, una delle figure più radicali del XIX secolo aprì la strada a nuove forme di fotografia di moda e concettuale: l’autofiction. In centinaia di ritratti prodotti in un periodo di decenni, la Contessa di Castiglione, al secolo Virginia Elisabetta Luisa Carlotta Antonietta Teresa Maria Oldoini, coniugata Verasis Asinari, mise in scena scenari e interpretato ruoli diversi, per presentare personaggi e personalità diverse e per riflettere identità multiple, fluide e non fisse. Nonostante decenni di attività, le sue fotografie sono incredibilmente rare in quanto sono state realizzate pochissime stampe che, in vita, aveva scelto di non divulgare. In effetti, le principali mostre del suo lavoro si sono svolte solo alla fine del XX secolo al Musée d’Orsay di Parigi nel 1999 e poi al Metropolitan Museum di New York nel 2000. La maggior parte del suo lavoro è ora nella collezione del Metropolitan Museum di New York.

La mostra ci accompagna in un viaggio che va dalla celebre nobildonna e agente segreta italiana, nel fiore degli anni (vestita e feticizzata come la donna più bella della sua età, attraverso immagini in cui ha tentato di rivendicare i trionfi precedenti) a immagini tardive cariche di emozione che suggeriscono, non solo lo sbiadimento della sua bellezza, ma anche il trauma psicologico di non essere più desiderabile e ricercata. Dopo le maschere glamour delle sue prime fotografie, queste strazianti immagini tardive e successive forniscono un ritratto devastante della perdita della bellezza e dell’inaccettabile invecchiamento di una “diva” ante-litteram.

In esposizione al Museo Fico si può ammirare anche una squisita fotografia dipinta, di recente scoperta ed esposta per la prima volta a Torino. La rassegna comprende stampe d’epoca e stampe appositamente realizzate nel 1900 per il suo grande ammiratore, il poeta simbolista Robert de Montesquiou, amico/nemico di Proust, e primo dandy della storia, che ha trascorso tredici anni della sua vita a scrivere la sua biografia della contessa e pubblicata come La Divine Comtesse nel 1913.

La mostra di fatto ricollega la figura della nobildonna alla città di Torino in cui ha vissuto molti anni, della sua vita come stretta collaboratrice del cugino il conte di Cavour e del re Vittorio Emanuele II per promuovere l’unita d’Italia in Francia. Divenuta l’amante di Napoleone III, oltre a essere stata una delle donne più desiderate del suo secolo, fu anche un “importante ingranaggio” per la riunificazione risorgimentale del nostro Paese.

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