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Tartare di carne battuta al coltello, una leccornia da preparare con la Fassona piemontese

Le tartare di carne, piatto oggi dalla nomea elegante e cortese, sono un must dei ricettari dei grandi cuochi, una specialità indiscussa delle cucine regionali del nord Italia e se il nome nella mente dei più curiosi ricorda l’antico popolo dei tartari, ebbene è perché proprio da quello deriva: popolo di origine turca che abitava, intorno al V secolo, le steppe dell’attuale Mongolia – oggi ancora riconosciuto dall’attuale Repubblica popolare cinese -, la nostra “tartare” risale proprio ai loro costumi; abituati a lunghi viaggi a cavallo, per sostenersi nei loro frequenti girovagare i tartari usavano disporre della carne cruda tra il dorso e la sella dei cavalli, cosa che, nel moto della bestia, frollava l’alimento, “battendolo” e, di fatto, macinandolo; così, con qualche ingrediente, era praticamente pronta al consumo.

Un modo invero originale di consumare la carne, che diverrà però famoso nella Russia zarista; non un piatto italiano, quindi, ma nemmeno originalmente francese, come molti pensano: sarà in occasione della Rivoluzione russa del 1917, quando un milione di russi abbandonò il paese e cinquantamila emigrarono in Francia, che la tartara arrivò in Europa centrale. E che poi arrivò, ovviamente, in Italia. Ma non solo la tartara: anche l’albese, antipasto tradizionale delle Langhe, è un piatto che proviene da lontano, per la precisione dall’Asia; secondo la tradizione, infatti, alcuni viaggiatori piemontesi di ritorno dall’Oriente portarono con sé dei piccoli cavalli che le popolazioni locali erano soliti mangiare crudi. E ancora la battuta di Fassona, per alcuni la forma nella quale la “finezza” della carne della Razza Piemontese si esprime al meglio; ovviamente cruda. C’è poco da dire: la carne cruda è parte della tradizione piemontese e, se le tante ricette possono essere un indizio della sua accoglienza, la carne cruda piace, e anche molto.

La carne di Fassona va battuta al coltetto per conservarne il gusto

Qui sotto, una ricetta per provare anche voi un tipico piatto di carne cruda della nostra bella regione, la “carne cruda alla piemontese”.

Ingredienti

  • Filetto di manzo piemontese: 700 gr
  • Tuorli: 5
  • Scalogno: 1
  • Acciughe sott’olio: 10
  • Capperi dissalati: 2 cucchiaini
  • Senape: 4 cucchiaini
  • Spicchio d’aglio: 2
  • Olio Extra Vergine d’Oliva: q.b.
  • Sale: q.b.
  • Pepe nero: q.b
  • Qualche foglia di sedano: q.b.

Preparazione

Il primo passo nella preparazione della carne cruda alla piemontese parte, per l’appunto, dalla lavorazione del nostro filetto di manzo; come prima cosa, muniti di coltello a lama larga, eliminiamo le nervature di grasso. Il miglior modo per godere di una carne cruda come si deve è quello, ovviamente, di non consentire alibi sula qualità del prodotto e non porci dubbi sulla sua freschezza: facciamo attenzione a prendere un buon pezzo di carne! Tagliamola al coltello in listarelle e riduciamola poi in pezzetti piccoli dallo spessore ridotto.

Così lavorata, riponiamo l’ingrediente in un recipiente, unendo lo scalogno, tritato il più finemente possibile, ed i capperi, lavorati invece grossolanamente. Lo stesso faremo per acciughe e spicchi d’aglio, per poi condire il tutto con un filo d’olio e il pepe desiderato, secondo i gusti dei commensali. Bene, arrivati a questo punto non resta che mescolare i vari ingredienti, a mano, fino ad ottenere un composto dall’aspetto omogeneo e poi, magari condendo con qualche foglia di sedano, impiattare.

La razza Fassona piemontese (foto Wikipedia)

Non servite ancora, però: non abbiamo ancora finito. Lavato bene un uovo – e qui si raccomanda una certa attenzione nello scegliere un ingrediente quanto più fresco possibile -, dopo averlo rotto, posizioniamo sopra la carne impiattata il tuorlo. Sarà un dettaglio che sorprenderà i vostri ospiti. Un’altra spolverata di pepe nero e, perfetto, la nostra carne cruda alla piemontese è pronta: serviamola appena impiattata ai nostri ospiti, accompagnando il tutto con un calice di Barbera o con un buon Gewurztraminer altoatesino, un vino bianco e profumato che accompagna al meglio le carni crude. Buon appetito!

Mirco Spadaro

Classe '98, rivolese di nascita, frequenta il corso di Lettere Antiche a Torino, sotto il simbolo della città. Tra viaggi e libri, è innamorato della tecnologia e della scrittura e cerca, tra articoli e post su siti e giornali online, di congiungere queste due passioni, ora nella sua "carriera" come scrittore, ora con il "popolo di internet".

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