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Alla scoperta della Val Grana con la delegazione FAI di Cuneo

CUNEO. Fra le vallate cuneesi la Val Grana è probabilmente quella meno frequentata dal turismo. Un territorio ancora intatto, ricco di sapori e saperi, dove si intrecciano storia antica e cultura incontaminata, tradizioni tipiche e un patrimonio artistico preziosamente celato in spazi montani apparentemente selvaggi, tutti da scoprire, come il suo paesaggio naturale, un grande giardino botanico da cui la capacità dell’uomo trae prodotti di eccellenza gastronomica, come il Castelmagno, re dei formaggi e formaggio dei re, simbolo assoluto della valle. Poco meno di venti chilometri di lunghezza, otto comuni e oltre 50 borgate che caratterizzano ambienti vari: dalla ricca pianura alluvionale del fondovalle, alle strette gole percorse da rapidi torrenti, fino alle dolci e maestose praterie delle zone più elevate.

Per scoprire questo patrimonio di cultura e natura la Delegazione FAI di Cuneo propone un’immersione nella vallata, attraverso tre diversi trekking, ognuno focalizzato su aspetti diversi della valle. I percorsi sono indicati a tutti. Solo i primi due si effettueranno anche in caso di maltempo. Si consiglia un abbigliamento sportivo e informale con calzature comode per il trekking.

Natura, agricoltura e storia della media-bassa valle

Sabato 1 giugno
Ore 14 ritrovo a Valgrana, in piazza Galimberti e formazione gruppo guidato da Marco Rainero, accompagnatore naturalistico. Visitando il centro storico del paese, diviso in due dal torrente Grana, si raggiunge l’Ospizio della Trinità, per proseguire su antichi sentieri poderali nella compagna coltivata, fra frutteti di mele e della tipica pera Madernassa lambiti dai boschi, si scopre la natura e l’ambiente di bassa valle fino a giungere ad una originale tartufaia. Dalla parte opposta, verso Montemale, visita della cappella dei SS. Bernardo e Mauro in borgata Ferreri. Durata trekking: 2 ore circa su sentieri poderali.
Ore 17 trasferimento con mezzi propri presso l’Azienda Agricola “Cascina Rosa” di Bottonasco, Caraglio: visita delle produzioni biologiche di frutta, piccoli frutti, ortaggi e dell’apiario. Degustazione dei prodotti locali a cura dei titolari dell’azienda.

Le cave di losa di San Pietro Monterosso

Sabato 8 giugno
Ore 14 ritrovo a Monterosso Grana, presso il campeggio e formazione gruppo guidato da Marco Rainero, accompagnatore naturalistico (Emotion Alp). Organizzazione trasferimento a San Pietro di Monterosso Grana – borgata Sonvilla – con mezzi propri. Trekking su pista forestale per raggiungere l’ingresso delle cave di losa (ardesia): nei valloni erano ben undici le cave attive che utilizzavano manodopera locale, i cosiddetti laouzatìe. Con le lastre in pietra, a partire dal XVII sec., si iniziò a sostituire la paglia utilizzata per la copertura dei tetti. Durata trekking: 1h. 30’ circa su sentieri forestali.

Le cave di losa di Monterosso Grana

Trasferimento a San Pietro di Monterosso Grana e passeggiata nel centro per osservare i “babaciu”, pupazzi di paglia a grandezza naturale abbigliati come nel tardo Ottocento che trasformano il paese in un museo a cielo aperto, ridando vita a luoghi spesso abbandonati. Rientro a Monterosso G. e visita dell’oratorio campestre di S. Sebastiano, il cui nucleo originario venne ampliato nel XVIII sec. modificandone l’aspetto. L’interno è decorato con affreschi di Pietro da Saluzzo (1468). Ore 17 trasferimento con mezzi propri presso l’Azienda Agricola “L’Ostal” di Cavaliggi: visita delle coltivazioni biologiche di frutta, e del laboratorio di trasformazione. Degustazione dei prodotti locali a cura dei titolari dell’azienda.

L’alta valle: Narbona e i dintorni di Castelmagno

Sabato 22 giugno
Ore 9.30   ritrovo a Campomolino, di fronte al Comune e formazione gruppo guidato da Marco Rainero, accompagnatore naturalistico (Emotion Alp). Organizzazione trasferimento alla frazione Colletto con mezzi propri. Trekking su sentiero di alta montagna in un territorio abitato già in epoca imperiale da pastori gallo- liguri. Visita della frazione di Narbona, dalle origini romane, abitata forse da una comunità di catari fuggiti dalla omonima località del Languedoc. Il nucleo è stato completamente abbandonato dal 1962 ed appare ai visitatori come un borgo fantasma.

L’interno di una baita abbandonata in frazione Narbona

Prosecuzione delle borgate Batoira e Valliera rimessa in vita grazie al progetto ambizioso di un gruppo di amici imprenditori che l’hanno trasformata in un insediamento produttivo-turistico per garantirne la sostenibilità con la creazione di un caseificio per il Castelmagno d’alpeggio e di un albergo diffuso. Discesa e ritorno in frazione Colletto su pista forestale. Pranzo al sacco (non compreso). Durata trekking incluse soste: 5 ore. Ore 15 trasferimento con mezzi propri a Campomolino per la visita al museo “Casa Narbona” e alla “Bottega Occitana”, unico negozio del paese, specializzato nella stagionatura e distribuzione del Castelmagno.

Info e prenotazioni:   www.faiprenotazioni.it

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