Strade e vie torinesi: come via Lùgaro è diventata via Lugàro
Ai tempi in cui lavoravo all’Ufficio Studi di quella banca che tutti i torinesi chiamavano semplicemente il “San Paolo”, ovvero l’Istituto Bancario San Paolo di Torino, in quella via che costeggia la strada ferrata, a cui si accede tramite passaggi un po’ contorti e angusti dall’ariosa Via Nizza o dallo storico cavalcavia di Corso Dante, venne aperta, negli Anni Settanta, al civico 15, una moderna sede per accogliere alcuni uffici dell’Istituto, per far fronte alla sua forte espansione.
Noi dipendenti del San Paolo, la chiamavamo, tout court, la nuova sede di via Lùgaro, con l’accento sulla u. Nella stessa via, come a molti torinesi è noto, si sono insediati più recentemente i nuovi uffici de La Stampa, con accesso dal civico 21. Orbene, mi è recentemente capitato di contattare telefonicamente la sede del quotidiano torinese per chiedere alcune informazioni sugli abbonamenti, ed ho scoperto, che dopo tanti anni, oggi è cambiato il modo di pronunciare il nome di quella contrada: la gentile operatrice che mi ha risposto al telefono, si è presentata come centralinista della sede Via Lugàro, con l’accento sulla a.
La cosa mi ha incuriosito. Non restava che accertarsi chi fosse quell’Ernesto Lùgaro o Lugàro cui Torino ha dedicato una via un po’ appartata, ma che ospita uno dei più prestigiosi e antichi quotidiani italiani, oltre che una filiale dell’odierna Banca Intesa-San Paolo, diretta discendente dell’Istituto Bancario in cui ho avuto l’onore di lavorare.
Ho così scoperto che Ernesto Lugaro è stato un pioniere degli studi della psichiatria ed un autorevole docente universitario. Nato nel 1870 a Palermo, morì a Salò nel 1940. Compiuti gli studi medici all’Università di Palermo, iniziò l’attività professionale presso la Clinica Psichiatrica del capoluogo siciliano, allora diretta da Eugenio Tanzi, altra figura di rilievo nello studio delle malattie mentali. Nel 1895, seguì Tanzi all’Ospedale Psichiatrico di San Salvi di Firenze. Redattore, fin dalla fondazione, e poi direttore, della Rivista di patologia nervosa e mentale, svolse la sua attività scientifica e didattica negli Atenei di Sassari, Messina, Modena e Torino. Proprio a Torino, nel 1911 ottenne la cattedra di Clinica Psichiatrica, succedendo così a Cesare Lombroso.
Ma Lugaro fu una figura eclettica, dai molteplici interessi culturali: fu anche poeta, cultore della filosofia, della letteratura e della pittura. Nel 1920, pubblicò a Bologna per Zanichelli il saggio “Idealismo filosofico e realismo politico”. Un’altra curiosità: tra il 1935 e il 1936, fingendosi un ignoto scrittore del XVI secolo, tal Arsène Groulot, scrisse una raccolta di poesie in francese cinquecentesco, con molti riferimenti autobiografici, che venne pubblicata postuma nel 1952 a cura di un nipote. Dunque, Ernesto Lugaro, è stato un medico autorevole e un uomo di grande cultura, docente, tra l’altro, all’Ateneo torinese.
Ma in quanto al modo di pronunciare il suo cognome, non ho trovato lumi che mi chiarissero il dilemma. Né è possibile chiedere conferma di come esso veniva pronunciato dai suoi allievi di allora, tutti ormai scomparsi da tempo. E allora? Via Lùgaro o Via Lugàro? Ho trovato un personale compromesso. Come ex sanpaolino, continuerò a chiamarla via Lùgaro. Come lettore de La Stampa, la chiamerò via Lugàro.