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Simone Teich Alasia, il medico che in una notte allestì l’ospedale da campo partigiano

GROSCAVALLO. Il suo nome forse non è noto alla maggioranza dei piemontesi, eppure il suo apporto alla lotta di Liberazione fu notevole. Il suo nome è Simone Teich Alasia, medico e partigiano, fautore della nascita dell’Ospedale da campo di Richiardi, nel Comune di Groscavallo (To), nella Val Grande di Lanzo. In seguito, specializzatosi in chirurgia plastica, Teich Alasia contribuirà alla nascita del CTO di Torino  e del primo Centro Grandi Ustionati.

Originario di Budapest in Ungheria, classe 1915, a metà degli anni Trenta giunge a Torino con la volontà di compiere gli studi di medicina. Il 10 giugno 1940 sostiene l’ultimo esame alle Molinette, lo stesso giorno in cui Benito Mussolini lancia il proclama al popolo italiano con il quale sanciva l’entrata dell’Italia in guerra a fianco della Germania. Date le sue origini giudaiche, pochi giorni dopo l’inizio della guerra, il 18 giugno 1940, viene arrestato da due agenti di sicurezza e condotto alle Carceri Nuove di Torino, affrontando l’arresto con fierezza. Il 17 luglio dello stesso anno viene internato insieme ad altri detenuti politici, al castello di Montechiarugolo di Parma, una fortezza del XIII secolo divenuta campo di internamento. Successivamente viene trasferito a Civitella del Tronto, un paese nei pressi del Gran Sasso. Nel campo è consentito ad alcuni detenuti di svolgere, seppur limitatamente, lavori legati alla loro professione, così ha modo di prestare cure ai malati dell’ambulatorio del Comune.

L’ex scuola di frazione Richiardi a Groscavallo: nei pressi sorse l’ospedale di campo allestito dal dottor Teich Alasia

Nel gennaio del 1941 gli vengono concessi dal Ministero dell’Interno tre mesi di licenza per sostenere l’esame di stato, inizia dunque il tirocinio ospedaliero all’Università di Perugia fino al superamento dell’esame e all’abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo. Rientrato a Torino ottiene ulteriori sei mesi di licenza per espletare il tirocinio ospedaliero. Così ha modo di riprendere il lavoro all’Ospedale San Vito di Torino. Nel luglio e nell’agosto del 1941 sostituì il medico condotto di Usseglio nelle Valli di Lanzo, nonostante le nuove leggi razziali gli impediscano l’iscrizione all’Ordine dei Medici e il conseguente esercizio della professione. Questi mesi sono essenziali per la sua formazione professionale, poiché lo espongono ai rischi e alle responsabilità di cui il medico si fa carico e impara a relazionarsi in modo cordiale e confidenziale con i pazienti.

Nel maggio 1944 è costretto ad abbandonare la sua attività di medico all’Ospedale di Torino a causa delle sempre crescenti difficoltà a sottrarsi ai controlli delle SS. Alla proposta di espatriare in Svizzera, decide di raggiungere le formazioni partigiane della II Divisione Garibaldi, in cui rimane fino alla Liberazione nell’aprile del 1945, raggiungendo il Comando della Val Grande. Il suo nome di battaglia è dottor Silvio e il primo compito che gli viene affidato, una volta giunto a Groscavallo, è quello di organizzare nel minor tempo possibile una struttura di rapido intervento per gli eventuali feriti. L’unico luogo che poteva prestarsi a struttura sanitaria di primo intervento era una scuola elementare sita in località Richiardi, non lontano da Pialpetta. Dall’ex caserma della Guardia di Frontiera a Forno Alpi Graie, riesce a recuperare delle brande e trasportate nella scuola, organizza ben cinque camere per gli eventuali ricoveri. A causa della totale assenza di materiale per il pronto soccorso, fa appello tramite il segretario comunale alla popolazione locale, la quale prontamente risponde donando una grande quantità di cuscini, materassi, biancheria, oltre che ad un quantitativo non indifferente di materiale per la disinfezione e per le medicazioni. Un anziano dentista del luogo dà in dono i propri ferri chirurgici, maschere per narcosi ed una sterilizzatrice. Vengono donati altri oggetti indispensabili per l’organizzazione di una piccola camera operatoria. In un solo giorno, grazie alla generosità e prontezza della popolazione, riesce a creare non solo un attrezzato pronto soccorso, ma addirittura un ospedale da campo capace di provvedere ai trattamenti chirurgici e ai ricoveri dei feriti più gravi.

Nel dopoguerra guerra Simone Teich Alasia diventa un eminente chirurgo plastico, contribuendo alla nascita del CTO di Torino, mentre il particolare interesse per le ustioni lo spinge a fondare il primo Centro grandi ustionati di Torino nel 1967, in cui vengono applicate per la prima volta in Italia metodologie innovative per la cura degli ustionati. Nel 1985, diventato primario emerito, continua l’attività di ricerca e nel 1983 dà vita alla Fondazione piemontese per gli studi e le ricerche sulle ustioni. Negli anni di attività la Fondazione finanzia ben 85 progetti di ricerca, sfociati in centosessanta pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali. Nel 1999 si impegna nella realizzazione della Banca della cute, all’interno del Centro Grandi Ustionati di Torino, dove nel 2000 verrà anche eseguito il primo trapianto italiano di pelle congelata. Simone Teich Alasia si spegne all’età di 96 anni nel gennaio 2012.

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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