
Quelle 9 tele dedicate alla vita di San Paolo al Piano nobile di Palazzo Turinetti di Torino
In piazza San Carlo, le sale che accolgono queste opere sono ora inglobate nel percorso museale delle Gallerie d’Italia. Esse conservano anche arredi, boiseries, arazzi, specchiere e dipinti d’epoca di grande valore
Nel 1620 l’architetto ducale Carlo Castellamonte riceve l’incarico da Carlo Emanuele I, figlio di Emanuele Filiberto, di disegnare il tracciato di una nuova, ariosa ed elegante piazza sulla bisettrice della Via Nuova (l’attuale Via Roma). La realizzazione dell’aulico spazio urbanistico rientrava nel primo progetto di ampliamento della capitale subalpina, in direzione Sud. Quella piazza, sul modello delle grandi piazze reali europee, oltre a rappresentare un luogo di assembramento e di passeggio per i torinesi, sarebbe stato destinato ad attività mercatali, ma anche – alla bisogna – ad esercitazioni militari. La Piazza assunse nel tempo diverse denominazioni: Piazza Reale, Piazza d’Armi, Place de Napoléon, e infine, Piazza San Carlo. Oltre alle parate militari, vi si teneva il mercato delle granaglie nel porticato di Ponente ed il mercato della frutta e verdura in quello di Levante: quest’ultimo durò fin quasi alla fine dell’Ottocento. Di forma rettangolare, misurava (come tuttora misura) 168 metri di lunghezza e 76 di larghezza, con una superficie di 12.768 metri quadrati, affermandosi come una delle più spaziose piazze europee e sicuramente una delle più eleganti d’Europa.
L’architetto di corte aveva disegnato analiticamente le armoniche ed eleganti linee dei palazzi, che dovevano essere tra loro assolutamente uniformi, di prestabilita altezza, e dotati di portici, per consentire ai passanti il transito e il passeggio al riparo dal sole e dalla pioggia. Un progetto urbanistico imponente, ma anche prestigioso, in grado di attirare l’attenzione delle più nobili e facoltose famiglie di Torino e del Piemonte. Acquistare un palazzo nella nuova erigenda piazza, anche a costo di indebitarsi fortemente con le Banche, rappresentava un evidente valore aggiunto di immagine e prova provata di ricchezza e potere.
Nel 1638, la reggente Madama Cristina, già vedova da un anno di Vittorio Amedeo I e reggente per conto del figlioletto Carlo Emanuele II, concede ai fratelli Turinetti, bancari, le “patenti” per erigere due palazzi (uno per ciascun lato della Piazza), nel rispetto del prestabilito disegno architettonico dell’urbanista di corte. Tra il 1638 e il 1642 altre famiglie aristocratiche ottennero la licenza d erigere le loro residenze sui terreni in concessione fronteggianti la piazza.
Sorsero così, sul lato occidentale, il “nostro” Palazzo Turinetti di Pertengo (ora sede delle Gallerie d’Italia, all’attuale civico 156), Palazzo Villacardet de Fleury (civico 160), Palazzo Trecésson (civico 182), il Palazzo Gianazzo di Pamparato (civico 196) e il Palazzo Villa di Villastellone (all’attuale civico 206).
Su fronte opposto, furono costruiti il Palazzo Saluzzo di Cardé e Villa Ghiron (civico 161), il Palazzo Isnardi di Caraglio, poi Solaro del Borgo (civico 183), e il Palazzo Turinetti di Cambiano (al civico 197).
Nel 1644 si completa il progetto della “Piazza Reale”, con la presenza delle due chiese “gemelle”: dapprima fu eretta quella dedicata a San Carlo, cui seguì quella dedicata a Santa Cristina. La facciata di quest’ultima, tuttavia, disegnata da Juvarra, venne ultimata solo nel 1718. Le due Chiese sorgevano rispettivamente accanto al Convento degli Agostiniani e a quello delle Carmelitane scalze.
L’aspetto della piazza venne modificato nel secolo seguente dall’intervento di Benedetto Alfieri, che nel 1764 decise di rafforzare la struttura del porticato murando gli interspazi tra le coppie di colonne, al fine di garantire la stabilità degli edifici.
Le bombe incendiarie cadute nel Novembre e nel Dicembre del 1942, e quelle cadute nei mesi di Luglio e Agosto del ’43, causarono l’incendio di molti sottotetti e pesanti danni strutturali ai palazzi della piazza: andarono così inesorabilmente perduti molti arredi originali, gran parte delle decorazioni delle pareti e dei soffitti e dei parquet; anche le facciate e i muri perimetrali risultarono gravemente danneggiati.
I lavori di ripristino e restauro furono realizzati nel dopoguerra dal Gruppo Industriale Rinnovamento Edilizio San Carlo e si protrassero per alcuni anni. Nel 1951, l’Istituto Bancario di San Paolo vi stabilisce gli Uffici Amministrativi, l’Ufficio Studi, l’Ufficio Titoli e la Direzione Generale.
I vasti Piani inferiori, già adibiti a Caveau e destinati ad accogliere le Cassette di Sicurezza della Clientela della Banca, negli anni a cavallo tra il 2010 e il 2020 furono completamenti ristrutturati per accogliere la quarta Sede delle Gallerie d’Italia. Il nuovo spazio museale negli interrati di Palazzo Turinetti fu inaugurato il 16 Maggio 2022 con una vasta area espositiva dedicata ad accogliere gli scatti dei più prestigiosi fotografi internazionali ed i filmati realizzati dai più celebri cineamatori di ogni parte del mondo. Le Sale superiori, già Sede legale e storica di Intesa Sanpaolo, diventarono così una sorta di Museo dell’Arte, della Decorazione e dell’Arredamento, visitabile dal pubblico.
Il progetto architettonico fu firmato da Michele De Lucchi – AMDL Circle: gli spazi di Palazzo Turinetti, ora dedicati alla fotografia e ai video d’arte contemporanea, “documentano e conservano immagini, avvenimenti, riflessioni per promuovere i temi legati all’evoluzione della sostenibilità” .
Lo scalone che conduce ai piani ipogei, è stato ricavato dove in origine si estendeva il cortile interno del Palazzo che accoglieva anche una fontana, tra due ali di portici sovrastati da un terrazzo, che danno ai visitatori la sensazione di trovarsi un chiostro. Il porticato di destra è originale ed è caratterizzato da imponenti colonne granitiche; l’altro, sul lato sinistro, è stato simmetricamente costruito con un colonnato ligneo che imita quello originale.
Come enuncia il sito ufficiale del Museo, “un grande scalone, immaginato anche nella sua valenza di spazio di socialità, accompagna i visitatori verso gli spazi ipogei destinati alle esposizioni temporanee” .
Al Piano -1, sono state create spaziose aule didattiche con spazi modulari aggettanti sulla “Sala dei 300” (al Piano -2), ove si svolgevano le Assemblee dell’Istituto Bancario Sanpaolo-IMI prima della costruzione del grattacielo torinese.
Il Secondo Piano ipogeo, dove si trova la biglietteria, è anch’esso un luogo di comunicazione e di incontro, punto di snodo del Museo, da cui si diramano i molteplici percorsi espositivi.



Una “manica lunga”, pensata per la fotografia classica, conduce ai locali al Terzo Piano sotterraneo (Piano -3) dove trova sede l’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo, visibile attraverso una grande vetrata. Un pannello touch screen di grandi dimensioni permette di consultare le immagini digitalizzate dell’Archivio, reso così accessibile alla fruizione collettiva.
Il Terzo Piano ipogeo ospita una Sala immersiva di oltre 500 mq, dotata di 17 proiettori 4K, capace di “avvolgere” letteralmente i visitatori nelle immagini e nei video.
Il biglietto d’ingresso comprende anche l’imperdibile visita al Piano nobile, dove sono conservate le restaurate Sale settecentesche. I pavimenti lignei sono stati ricostruiti con motivi simmetrici e quadrelle in massello. Sulle pareti d’ingresso sono esposte numerose opere pittoriche di grande pregio e di epoche diverse. Incantevoli i lampadari, gli arazzi, le sovrapporte, le boiseries e le specchiere dorate. Non manca una consolle intarsiata, realizzata dal Piffetti; pregevoli alcuni mobili d’epoca ed altri elementi di arredo salvati dal degrado e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.



Scorci sulla Piazza San Carlo e particolari degli arredi delle Sale al Piano Nobile di Palazzo Turinetti di Pertengo
Ma sono soprattutto i famosi grandi dipinti che illustrano la vita di San Paolo, che da soli valgono la visita di queste Sale. Originariamente erano esposti nell’Oratorio della Compagnia di San Paolo, che aveva sede nei pressi dell’attuale Chiesa torinese dei Santi Martiri, in Via Garibaldi. Dopo lo smantellamento dell’Oratorio, le opere furono spostate presso l’Arcivescovado. Furono poi traslate presso la Sede della Compagnia di San Paolo di Piazza Bernini. Tra il mese di Marzo 2013 e il mese di Febbraio 2014 furono esposte nella Sacrestia della Chiesa di Sant’Uberto della Reggia di Venaria. Ora i dipinti hanno trovato una definitiva collocazione a Palazzo Turinetti, al Piano Nobile.

Alcune tele dedicate alla “Vita di San Paolo” nella precedente ubicazione di Piazza Bernini 5, a Torino, Sede della Fondazione della Compagnia di San Paolo
Si tratta di nove tele di dimensione monumentale, che illustrano artisticamente la Vita di San Paolo, dalla fulminea Conversione sulla Strada di Damasco al Martirio per decapitazione avvenuto a Roma il 29 Giugno del 67 d.C. Tra le opere della Quadreria, spicca la Conversione di San Paolo, dipinta da Alessandro Ardente nel 1580. Le altre tele sono state eseguite tra il 1663 e il 1680, e sono ispirate ai più iconici episodi della vita dell’Apostolo: ciascuna è caratterizzata da un’iscrizione tratta dagli Atti degli Apostoli o dalle Lettere del Santo. Tutte le opere sono esposte in una sequenza che rispetta le originali indicazioni iconografiche del rétore di corte Emanuele Tesauro.
Sergio Donna
Bibliografia: AA.VV., Portoni di Palazzi Torinesi, Ël Torèt Monginevro Cultura – Inspire Communication Ed.
