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Diario di un viaggio in Argentina, sulle tracce degli emigranti piemontesi (IV parte)

Prosegue il lungo viaggio sudamericano: i protagonisti della quarta tappa da Córdoba a Rio Tercero, nel cuore della Pampa Gringa

Córdoba, 5 Novembre 2022, Sabato

Il volo da Buenos Aires e Córdoba dura poco più di un’ora e quaranta: un soffio in confronto alla trasvolata da Madrid alla capitale argentina. All’Aeroporto ci accoglie il pullman messo a disposizione della FAPA, che ci conduce presso la Sede della Asociación Familia Piemontesa de Córdoba, alla periferia della città. È situata in un ampio polmone verde, nell’ambito di un’attrezzatissima area sportiva. La temperatura è di 23°, l’aria è fresca e frizzante, e mette allegria. Nel Salone coperto è stato esposto per noi uno striscione su cui è scritto a caratteri cubitali: “Binëvnù cari amis!”. L’accoglienza non è solo fatta a parole: siamo travolti dagli abbracci e dai sorrisi di decine di solidali. Sempre per noi, è stato allestito un lauto banchetto: la tavola è imbandita e invitante, ed è bello e commovente sederci a questo desco familiare tra tanti amici. Di alcuni di loro conoscevo appena il nome (grazie alle mie numerosi relazioni su Facebook, social che è stato determinante per realizzare il progetto di questo viaggio) ma i più, almeno fino a quel momento, mi erano sconosciuti. Volti ignoti, ma solari e cordiali. Voci sconosciute, ma di gente che mi si rivolgeva in un piemontese inaspettato e perfetto, sia pur con l’accento argentino. All’istante, con tutti, è nata una simpatia reciproca e immediata; con chi già conoscevo di nome o di fama, si è cementata un’amicizia spontanea che non cesserà mai più, anche a distanza.

Un momento dell’esibizione del Gruppo di Danze popolari piemontesi “Ij Danseur dël Pilon” di Piemonte Cultura
al Centro Cultural de Córdoba

Più tardi veniamo accolti nell’Hotel Felipe II, nel centro storico di Córdoba. Qui possiamo rinfrescarci e prepararci per l’esibizione della sera, nel moderno ed accogliente edificio di Avenida Poeta Lugones 401, sede del prestigioso Centro Culturale di Córdoba. Al microfono della postazione del leggio, a nome dell’intero Gruppo dei Danseur, saluto e ringrazio le Autorità intervenute (Marcelo Quaglia, Presidente della Familia Piemontesa de Còrdoba, Giulia Campeggio, Console Generale d’Italia a Còrdoba, Juan Pablo Sassatelli, Direttore del Centro Cultural de Córdoba).

Cërdoba, Centro Cultural. Sergio Donna, presidente dell’Associazione Monginevro Cultura al leggio, si appresta alla lettura di poesie e racconti in Lingua Piemontese al folto pubblico di origine subalpina presente in sala.

I danseur e le danseure “sfriciollano”: pensano che stia dilungandomi troppo, ma come evitare questi momenti dedicati ai doverosi convenevoli a chi ci ha accolti? Poi, finalmente, presento e introduco il Gruppo dei Danseur dël Pilon, che si prendono la scena. Lo spettacolo sarà un successo. Le danze popolari piemontesi entusiasmano il folto pubblico, che applaude gioioso. Sorprendentemente (o forse no), tutti capiscono e tutti applaudono alle poesie da me declamate in Lingua piemontese, nei momenti in cui i ballerini prendono fiato.

Un momento conviviale presso la Sede della Familia Piemontesa de Córdoba: l’omaggio a Monginevro Cultura e a Piemonte Cultura
di una copia della “Gramàtica de la Lenga Piamontesa”, versione in Lingua spagnola della Grammatica di Camillo Brero, curata da Umberto Grassi, Gabriela Tribaudino e Vicenta Carena

Tra i ricordi più cari di questa tappa conserverò la “Gramàtica de la Lenga Piamontesa”, versione in Lingua Spagnola della notissima Grammatica di Camillo Brero e Remo Bertodatti, di cui una copia con dedica autografata mi è stata donata da uno degli autori, l’amico Humberto Grassi. Il prezioso e interessante volume è stato redatto in collaborazione con Gabriela Tribaudino, con la revisione di Vicenta Carena. Non dimenticherò mai l’affetto con cui gli abitanti di Córdoba, città gemellata con Torino, ha riservato a me e a tutti i Danseur.

2.2 | Rio Tercero, 6 Novembre 2022, Domenica

La mattina seguente ci aspetta il viaggio verso Rio Tercero, città gemellata con Carmagnola. Già da qualche tempo, una locandina è stata affissa sui muri della cittadina e diffusa sul web con questo annuncio: “6 de Noviembre 2022, 20.00 horas, Visita de la Embajada Cultural de Piemonte Cultura y Monginevro Cultura con so Grupo de baile”.

Raggiungiamo Rio Tercero in tarda mattinata. La cittadina, come tanti altri centri abitati della Pampa Gringa, è stata fondata da coloni piemontesi negli ultimi decenni dell’Ottocento, e la Lingua piemontese qui è ancora vivissima e parlatissima. Molti la studiano, partecipando a corsi tenuti da docenti molto preparati, in presenza o in videoconferenza. Molti la praticano ancora in famiglia, soprattutto con gli anziani. Ma la parlata subalpina attrae anche molti giovani, nelle cui vene sentono scorrere il sangue dei loro nonni e bisnonni, subendo il fascino irresistibile delle loro radici lontane.

C’è molta attesa per il nostro arrivo. Ce lo dimostrano gli amici de l’Asociación Civil Familia Piemontesa Rio Tercero y Region, che schierati davanti alla Sede sociale, indossando abiti tradizionali dai colori rossi, verdi e bianchi, ci accolgono con grida di gioia e sbandieramenti di drapò.

Mi ha colpito profondamente un quadro appeso alle pareti della Sede dell’Asociación Civil Familia Piemontesa di Rio Tercero: riproduce il ritratto di un anziano immigrato piemontese. Sullo sfondo, il mare, anzi, l’Oceano, su cui – all’orizzonte – naviga un bastimento. Sul lato destro, in alto, compare una scritta che fa meditare: “Ij vej a parlo ancora”. Sì,i vecchi ci parlano ancora, e lo fanno con la loro lingua, che ancora risuona nelle pareti delle case e nelle distese dei campi di grano e di soja della vasta Pampa Gringa argentina.

Il dipinto “Ij nòno an parlo ancora”, esposto presso la Sede della Asociación Civil Familia Piemontesa Rio Tercero y Region

Lo spettacolo serale è tenuto all’Anfiteatro Luis Amaya, gremito dal primo all’ultimo posto. Il pubblico è entusiasta e si infiamma alle esibizioni dei Danseur e ascolta compiaciuto e con attenzione le mie poesie in piemontese. Ci si attendeva affetto e compartecipazione. Abbiamo ricevuto di più: un’autentica dimostrazione d’amore. Indimenticabile la verve e la simpatia della sig.ra Delis, animatrice della Familia Piemontesa di Rio Tercero, che parla un piemontese impeccabile. Indimenticabile, inoltre, il calore con cui la sig.ra Élia Teresa Manavella, di origini piemontesi, ha ospitato me e mia moglie nella sua accogliente abitazione. Ci ha raccontato di esser nata nel 1945 e di aver lavorato come assistente sociale in una struttura del luogo. I suoi nonni erano torinesi doc. Il nonno paterno si chiamava Giuseppe Manavella. Starei ad ascoltarla e a dialogare per ore con lei: si infervorisce nel racconto, mentre il suo piemontese diventa via via più fluido e scorrevole. Ma si sta facendo tardi. È ora rientrare nelle nostre stanze per il riposo notturno. È quasi l’una e domani ci attende un’altra giornata ricca di incontri e di emozioni. La mattina seguente Élia Teresa ci accompagna al pullman. Io e Vanda l’abbracciamo prima di salire a bordo. Tutti e tre abbiamo le lacrime agli occhi.

IJ Danseur dël Pilon schierati sul palcoscenico dell’Anfiteatro di Rio Tercero gremito di pubblico

Sergio Donna

Le tre tappe precedenti si possono visionare cliccando PUNTATA 1, PUNTATA 2 e PUNTATA 3. Il “diario di viaggio” continua nei successivi articoli pubblicati su questa stessa testata. Le note di viaggio sono tratte Il libro “Dalle radici alle fronde” | Dal Piemonte alla Pampa Gringa, di Sergio Donna. Info e prenotazioni: segreteria@monginevrocultura.net

Sergio Donna

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Sergio Donna

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