TORINO. Tredicimila studenti piemontesi di tutte le province sono stati coinvolti sin da settembre nelle iniziative organizzate in occasione dell’80° anniversario delle Leggi razziali in Italia che cade domani, giovedì 15 novembre. Una data dal grande significato simbolico sulla quale si è sviluppato un progetto, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e l’Ufficio Scolastico regionale. Il progetto, che vuole affrontare una delle pagine più buie della nostra storia recente, è stato proposto alle scuole dall’Ufficio Scolastico regionale nel mese di settembre e gli Istituti Storici si sono subito adoperati per sostenere le attività e organizzare la raccolta di documenti e materiale d’archivio per arricchire i lavori. Nella provincia di Torino c’è stata anche la collaborazione della Rete Didattica della Shoah che ha coinvolto gli istituti scolastici aderenti.
I progetti didattici già conclusi e quelli in fase di realizzazione hanno utilizzato diversi linguaggi e modalità di racconto: ricerche negli archivi scolastici, mostre, incontri con testimoni, pubblicazioni, spettacoli teatrali, progetti multimediali. Sono progetti didattici partecipati, in certi casi da singole classi, e in altri dalla generalità degli studenti dell’istituto L’80° delle Leggi razziali ha messo in moto un lavoro di scavo negli archivi storici delle scuole, che ha portato alla luce documenti originali. Fra i ritrovamenti spiccano le circa 750 schede di “certificazione della razza” recuperate nell’archivio storico della elementare R. D’Azeglio di Torino. Per esempio, i documenti ritrovati da insegnanti e studenti delle classi dei licei Cavour, Gioberti, D’Azeglio e Alfieri di Torino, e del I circolo di Cuneo, riguardano gli studenti espulsi dalla scuola nel 1938. La riflessione di studenti e insegnanti si è concentrata su alcune parole chiave: indifferenza soprattutto, cui si ricollega l’accettazione dell’esclusione, che poteva anche diventare collaborazione con i persecutori quando non addirittura delazione. All’opposto, spicca la parola chiave salvamento, cui si ricollegano parole come solidarietà e disobbedienza (alle leggi inique).
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