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Nati l’1 settembre: Vittorio Amedeo delle Lanze, il cardinale che non volle diventare papa

Vive gli ultimi anni della sua vita all’abbazia di Fruttuaria a San Benigno Canavese. E grazie al suo impegno l’antica struttura ritorna all’antico splendore, arricchendosi  di un palazzo abbaziale per ospitare un seminario e farne la sua residenza principale. Sono questi gli ultimi passi compiuti da Carlo Vittorio Ignazio Amedeo delle Lanze, cardinale piemontese che per almeno due volte (nei conclavi del 1769 e del 1774) aveva rinunciato al soglio pontificio. Vittorio Amedeo nasce a Torino l’1 settembre 1712. Sua mamma è Barbara Luigia Piossasco di Piobesi, mentre il padre Carlo Francesco Agostino, conte di Sale e di Vinovo, è figlio naturale di Carlo Emanuele II. Suoi padrini di battesimo sono  lo zio paterno, Vittorio Amedeo II, e la consorte Anna Maria d’Orléans. Morta la madre , il piccolo Vittorio Amedeo viene  condotto a Chambéry dal padre che è stato nominato governatore di Savoia.

Il giovane rampollo dell’aristocrazia torinese  manifesta presto la sua vocazione religiosa e compie un eccezionale corso di studi che lo porta alla porpora cardinalizia a neppure 35 anni, nonostante l’insistenza del padre affinché si dedichi alla carriera militare. Nel 1731 ottiene il suddiaconato, divenendo successivamente diacono e poi sacerdote nel 1736. Il 23 settembre celebra la sua prima messa a San Dalmazzo, la chiesa officiata in Torino dai barnabiti, tra i quali allora si distingue il genovese Francesco Antonio Luciardi, professore di teologia morale all’università.

Molto vicino inizialmente al giansenismo, rientra successivamente nell’ortodossia cattolica. Nel 1743 viene nominato abate di San Giusto di Susa e lo stesso anno  diviene cappellano della Corte piemontese con giurisdizione di vescovo sui castelli reali e sulla Regia cappella di Superga. Quattro anni più tardi assurge alla carica di  Gran elemosiniere di corte e diviene arcivescovo titolare di Nicosia. Il 1747 è un anno importante per Vittorio Amedeo: il 2 maggio viene nominato abate di Lucedio (carica che deterrà fino al gennaio 1874) ed elevato al rango di cardinale da papa Benedetto XIV durante il concistoro del 2 ottobre. Importante nel corso degli anni è il suo ruolo di mediatore tra gli interessi dei Savoia e quelli della Chiesa. Nell’anno della consacrazione episcopale e la presa di possesso del titolo cardinalizio,Vittorio Amedeo ha modo di esordire nel ruolo d’intermediario appoggiando il ministro della corte di Torino, conte G. Balbis Simeoni di Rivera, nelle trattative che porteranno a creare una nuova sede vescovile a Pinerolo e alla nomina del primo vescovo pinerolese: Giambattista d’Orlié de Saint-Innocent.

Indubbiamente, la sua vasta cultura, la sua attività pastorale e la sua intraprendenza ne fanno un’autorità indiscussa: indice sinodi, prepara ostensioni della Sindone, e, come detto, viene persino candidato al trono pontificio in ben 2 conclavi. Il 5 agosto 1749 è nominato abate di Fruttuaria. Il cardinale arriva a San Benigno e trova la sua abbazia in completo degrado: lancia quindi il rinnovamento spirituale e la ricostruzione architettonica.  Tra il 1770 e il 1776 l’abbazia di Fruttuaria viene riedificata in uno stile tra il barocco e il neoclassico dagli architetti Bernardo Vittone e Mario Ludovico Quarini sul modello di San Pietro. Il cardinale fa costruire inoltre il palazzo abbaziale che ospita un seminario e che diviene la sua residenza principale.

Vittorio Amedeo delle Lanze muore nella sua Fruttuaria il 25 gennaio 1784 e qui viene sepolto.

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