NOVARA. Nasce a Novara la prima banca dati biologica in Italia. Si tratta di un progetto unico nel suo genere per la completezza dell’intervento, che prevede la custodia, l’archiviazione, la codifica e la tracciabilità dei reperti.Un software gestirà di fatto tutti i vetrini o blocchetti analizzati dalla Struttura complessa di anatomia patologica dell’ospedale Maggiore.
Ad annunciare la rivoluzionaria notizia è stato il direttore della struttura, Renzo Boldorini, assieme al direttore dell’ospedale Mario Minola. «L’obiettivo – sottolineano – è quello di automatizzare e semplificare i processi manuali di codifica, archiviazione e ricerca dei blocchetti. Così si azzera la percentuale di errore, si migliora la conformità dei processi di laboratorio, si arriva a diagnosi più veloci e sicure. In questo modo i reperti restano a disposizione del paziente, che potrà richiederli per ogni sua necessità».
In quanto al software, la gestione si avvale di una piattaforma logistica a cui è demandata la funzione di integrazione e coordinamento dell’insieme di dispositivi fisici e relative procedure operative: si scannerizzano i reperti, si stoccano in apposite cassettiere conservate in un magazzino completamente automatizzato gestito a livello informatico e si possono poi richiamare grazie al sistema applicato, con notevole risparmio di tempo. E’ così possibile ricostruire tutta la storia, ossia la tracciabilità, di ogni singolo reperto dalla prima scansione in poi. Il che garantisce notevoli vantaggi in termini di gestione degli archivi, eliminando tutte le più frequenti cause di smarrimento e di confusione dei campioni.smarrimento e di confusione dei campioni.
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