Aperta lo scorso 26 gennaio, è visitabile sino al 2 maggio alla Promotrice di Belle Arti di Torino, la mostra su Antonio Ligabue con oltre 90 opere che illustrano la vita tormentata e la variegata produzione di un artista “eccentrico” e per molti versi incompreso, ma post mortem amatissimo dal pubblico. In effetti, Ligabue rappresenta ancora oggi uno dei più clamorosi “errori” di valutazione da parte dei grandi storici dell’arte italiani, che si sono sempre concentrati su altri artisti sponsorizzati dal soffocante mainstream devoto ad una certa parte politica e socioculturale.
L’esposizione, curata da Giovanni Faccenda, è la prima realizzata con la Fondazione Augusto Agosta Tota, a quasi un anno dalla scomparsa di Augusto Agosta Tota, che dell’artista fu amico, promotore e studioso. Le opere provengono da collezioni private, dai celebri autoritratti alla Testa di tigre del 1953 e Leopardo del 1955, dal Motociclista del 1954, alla Traversata della Siberia del 1959: un corpus di 71 dipinti, 8 sculture e 13 disegni per un viaggio nella sua popolare iconografia.
“Ci sono autoritratti – spiega Faccenda – che scansionano meglio la sua vita, come una sorta di diario. In alcuni si rappresenta con la tempia insanguinata, testimonianza di quando si batteva con una pietra convinto che così sarebbe uscito dalla testa il male che lo attanagliava” E, ancora: “Ligabue ha ancora una sua straordinaria attualità, e dimostra che la gente non ha imparato nulla, soprattutto in Italia. Si pensi al caso della grande poetessa Alda Merini, accomunata a Ligabue da diversi fattori. Entrambi hanno vissuto il proprio disagio e sono stati a lungo emarginati, prima di riuscire a conquistare finalmente l’attenzione di molti”.
Alla Promotrice di Belle Arti nel parco del Valentino in via Balsamo Crivelli 11 (vietato l’accesso ai veicoli a motore), si può accedere dal martedì alla domenica con orario 10-20. Biglietti da 14 a 12 euro con diverse agevolazioni. Info. 011.6692545
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