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Luigi Armando Olivero, cristallina voce poetica della letteratura piemontese del Novecento

Il filologo Dario Pasero, in collaborazione con Giuseppe Goria, ne ha recentemente raccolto le poesie sparse ed inedite in un volume pubblicato da Edizioni Pedrini (Collana Classici della Letteratura)

Luigi Armando Olivero è stato un grande poeta della Letteratura piemontese del Novecento. Nato a Villastellone il 2 Novembre 1909,  morì a Roma il 31 luglio 1996 dove si era definitivamente trasferito negli ultimi anni. È stato anche giornalista parlamentare e inviato speciale per La Stampa e per la Gazzetta del Popolo. Come inviato viaggiò molto all’Estero, con prolungati soggiorni in Spagna, in Turchia e in molti altri Paesi stranieri. Come giornalista, fondò la rivista Ël tòr (Arvista lìbera dij piemontèis), che fu pubblicata tra il 1945 e il 1949. Fu voce vibrante dei primi “Armanach Piemontèis” per il rinnovamento di una poetica in Lingua piemontese che riteneva superata. Fu tra i primi redattori della rivista “Piemontèis Ancheuj”, tuttora esistente e fondata da Camillo Brero.

Di Olivero così ebbe a scrivere l’accademico di Francia Jean Cocteau: “Olivero est un monstre sacré de la poesie”. Dal canto suo, Cesare Pavese così scrisse di lui: “Nessun poeta dialettale mi ha dato con tanta intensità le emozioni che mi ha destato la poesia piemontese di Luigi Olivero“. E Nino Costa: “Egli rappresenta nel mondo della poesia piemontese la novità”. Insomma, Olivero è una “magnìfica vos”, come direbbe Camillo Brero, della Letteratura piemontese del Novecento.

Foto-ritratto Luigi Armando Olivero
Spagna, fine Anni ’30
(Collezione Silvio Bonino – Margarita – Cn)

Luigi Armando Olivero iniziò giovanissimo la sua produzione poetica: le prime liriche erano in Lingua italiana, per quanto talora firmate con uno pseudonimo in piemontese, Luis Olivé, e furono pubblicate su varie riviste letterarie.

Appena diciannovenne, Luigi Armando Olivero incontra Alfredo Nicola, che gli trasmette la passione per la poesia in Lingua Piemontese. Fu proprio Alfredo Nicola, come vedremo più avanti, a metterlo in contatto con Pinin Pacòt.

Nel Dicembre 1928 Alfredo Nicola pubblicava sul Pasquino una poesia nella quale il protagonista si struggeva nella ricerca di un dono che potesse essere gradito alla sua fidanzata. Olivero, di rimando, gli rispose a distanza con un sonetto in piemontese, intitolato ‘L mè regal, che venne pubblicato il mese successivo sulla stessa rivista. Nacque così, quasi casualmente, una simpatica corrispondenza letteraria tra i due poeti, che si trasformò gradualmente in una salda amicizia, che si allargò presto a quella con Vincenzo Signorini, avvocato e anch’esso poeta in piemontese.

Poco più di un anno dopo, nella primavera del 1930, Olivero incontra Pinin Pacòt, presentatogli da Alfredo Nicola, insieme ad altri componenti della Companìa dij Brandé, nel corso di una cena alla quale partecipò anche Nino Costa.

La produzione poetica in piemontese di Olivero è molto vasta, e sono almeno un migliaio le liriche pubblicate in numerosi sillogi, sia in italiano, sia in piemontese, come:

  • Poema dl’élica, 1939;
  • Roma andalusa, 1947;
  • Sent poesìe, 1952;
  • Reverìe, 1953-1959;
  • Ij faunèt, 1955;
  • Rondò dle masche, 1971;
  • Romanzìe, 1983.

Ma certamente le opere di Olivero furono molte, molte di più. Alcune furono pubblicate su Riviste specializzate, molte delle quali sono purtroppo andate perdute; altre rimasero sulla carta, in forma di pagine dattiloscritte o manoscritte.

Ci hanno pensato il filologo Dario Pasero e il piemontesista Giuseppe Goria a ricercare i manoscritti, a recuperare i testi pubblicati su varie testate e a raccoglierli in un volume dedicato a questo grande poeta. Un lavoro attento, scrupoloso, appassionato, cui è seguita anche la normalizzazione della grafia, uniformandola a quella storica dei Brandé.

Il volume, in libreria da Gennaio 2025, è intitolato “Luigi Armando Olivero | Poesie sparse ed inedite”, Edizione critica con traduzione italiana a cura di Giuseppe Goria e Dario Pasero. E’ edito da Pedrini, ed è stato presentato in anteprima da Dario Pasero al Centro Studi Piemontesi | Ca dë Studi Piemontèis l’11 Dicembre 2024, in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione “Un Libro per Natale”.

Per concludere, e prendendo spunto da alcuni versi cristallini tratti dalla poesia “La rieuse” di Luigi Armando Olivero (“Tò rij / l’é un gatij / ëd fij / sutij / d’un violin / sclin!“), potremmo definire così la poetica di Olivero: “I suoi versi sono un solletico di corde sottili emesse da un violino dal suono argentino”.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino", "Statue di Torino" e "Ponti di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

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