TORINO. L’intelligenza non dipende dal colore della pelle. Uno studio internazionale a cui ha preso parte anche la Città della Salute di Torino, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, dimostra che nei primi due anni di vita lo sviluppo neuroevolutivo per quanto riguarda apprendimento, linguaggio e abilità motorie sono molto simili tra soggetti di aree geografiche e culturali differenti. Meno del 10% delle differenze è attribuibile ai geni, il resto dipende invece da diseguaglianze ambientali e sociali.
Il progetto internazionale “Intergrowth-21st”, finanziato dalla Fondazione Bill&MelindaGates, è coordinato dalla Università di Oxford. I ricercatori hanno monitorato dalla nascita fino a due anni di età 1.307 bambini sani, residenti in aree urbane, adeguatamente nutriti e in buone condizioni socio-economiche di 5 Paesi del mondo: Brasile, India, Italia, Kenya e Regno Unito. Per l’Italia il coordinamento è stato effettuato dalla neonatologa Francesca Giuliani, dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino.
I risultati dello studio sottolineano come le diseguaglianze ambientali e sociali durante la gravidanza e nella prima infanzia abbiano, nei diversi gruppi etnici, il ruolo più rilevante nel determinare le differenze non solo di salute e di crescita, ma anche di sviluppo neuroevolutivo, fornendo un importante contributo per la pianificazione a livello internazionale di adeguate politiche sanitarie e sociali.
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