Lo stesso autore nella nota introduttiva spiega il perché di questa avventura letteraria: «Ho voluto scrivere questo libro in contraddizione alle idee e considerazioni dei miei amici. Un libro di pura fantasia, ma che rinfaccia le problematiche di una parte della società moderna: vite deviate nel bene e nel male, ma che non cambia la sostanza dell’esssere umano “nascosto”». Ed è così che «l’uomo può tessere senza limiti di cattiveria per raggiungere i propri scopi, ravvedendosi solo nel momento della morte, la quale rende tutti più umili».
L’autore descrive in modo convicente le inquietudini di una società che in molti casi valorizza e promuove l’ascesa sociale di indivui scaltri, ambigui e talvolta spietati e crudeli. E lo fa con una scrittura senza sbavature, capace di tracciare i tratti psicologici dei protagonisti. Il risultato è un libro affascinante, adatto a tutti, in particolare per chi si interessa di psicologia e psicopatologia. Come scrive nella prefazione lo psicologo torinese Mirko La Bella, l’autore riesce a descrivere ogni situazione «senza alcuna sbavatura nei dettagli e nei tratti psicologici dei protagonisti… Una lettura, quella dello Sconfessato, in grado di far emergere le conseguenze dell’incessante avanzata di alcuni “psicopatici al potere” in grado di annullare con crudeltà le vite degli altri risultando intoccabili, impuniti e promossi ai più alti livelli della società».
Primo Caralis, Lo sconfessato. Storia di un adulterio criminale, Yume Editore, pagine 160, euro 15
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