AVIGLIANA. Si racconta che una volta i due laghi di Avigliana, a circa 20 chilometri da Torino, non c’erano, e al loro posto era adagiata una grande pianura, che ospitava un paese.
La leggenda narra poi di un fantasma che si aggirava attorno ai laghi. Nel dicembre del 1368 un giovane principe, Filippo d’Acaja, è condannato a morte per tradimento e attentato alla vita del cugino, il Conte Verde Amedeo VI. Il Lago Grande è ghiacciato mentre sfilano barche di soldati che accompagnano il prigioniero insieme con un prete.
Il principe non appare turbato da ciò che sta per accadergli: morte per annegamento. Alzandosi guarda il prete per salutarlo, e salta nelle acque gelide. E qui prendono vita due leggende.
La prima racconta che Filippo sia stato miracolosamente salvato dal beato Umberto di Savoia, del quale aveva un medaglione al collo, e trasportato a Fatima, in Portogallo, dove sarebbe morto in serenità nel 1418; la seconda immagina che, pur morendo, abbia lasciato vagare la propria anima sulle acque, dove, a volte, è possibile vederla.
Giacomo d’Acaja, padre di Filippo, si era ribellato al Conte Verde Amedeo VI, motivo per cui era stato costretto a diseredare il figlio. Alla morte di Giacomo, Filippo provò a sconfiggere il cugino, grazie all’aiuto dell’esercito milanese, fallendo. A seguito di una breve prigionia nel castello di Avigliana fu condannato a morte per annegamento nel Lago Grande il 21 dicembre 1368.
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