Le vivaci e calde canne in fiore, tanto amate dal pittore Paul Gaugin

A parte le rose, stupende sempre, tutta la vegetazione più lussureggiante si può vedere in un giardino sapientemente fitto. Specie se in mezzo si erge la canna da fiore, prepotente e audace, più grande e più forte del gladiolo, non teme né venti né piogge né piega da un lato e reclina a terra, non ha bisogno di cure. Sì, perché d’agosto, confessiamolo, siamo contemplatori impigriti e di lavorare e rassettare giardini, aiutare fragili steli con supporti e sostegni non abbiamo granché voglia.

La canna da fiore era molto in voga anni fa proprio perché dava il meglio della sua bellezza esotica in estate anche in città nei giardini pubblici e privati. Pur essendo una pianta tropicale può crescere anche da noi, può andare in letargo d’inverno sotto un fitto strato di letame o di torba e poi germogliare in primavera e in pochi mesi raggiungere il metro e mezzo di altezza, col suo fogliame largo verde cupo e amaranto sembra una pianticella di banano.

I fiori molto belli e vistosi sono radunati a grappoli, hanno dei colori sempre caldi che vanno dal rosso intenso al salmone e all’arancio, sono grandi e dotati di una profonda cavità e sono amati non solo dalle farfalle ma anche da pittori quali Paul Gauguin e Georgia O’ Keeffe ambedue affascinati dalla vegetazione tropicale. Quest’ultima in particolare ha dipinto più volte la sua canna rossa (inside red canna), presentandola come rappresentazione audace di un dettaglio che suggerisce analogie con l’anatomia sessuale femminile. Una semplice analogia diceva lei. Ma il particolare ingrandito alla luce di un dettaglio suggerito dalla macchina fotografica e poi ancora ingigantito su grandi tele hanno fatto di questi fiori i primi protagonisti astratti e di successo di cento anni fa (e ancora oggi discussi)

Cosa non viene fuori da una canna in fiore! Sia in natura, sia coltivata manipolata e sublimata nell’arte. Intanto continuiamo ad ammirare i fiori estivi senza dimenticare il moderno ibisco tahitiano di Gauguin e lasciamo che la natura si esprima al meglio.

Roxi Scursatone

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