ANDORA (SV). È in corso un’interessante Mostra intitolata “Cultura Coreana in Movimento “ | In-betweenness#2, Culture della differenza, che è stata accolta nell’aulico Palazzo Tagliaferro della cittadina rivierasca di Andora (Sv): è il frutto naturale della pluriennale sinergia tra il Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Tagliaferro e il Consolato Generale della Repubblica di Corea a Milano, in collaborazione con il Comune di Andora. Si tratta di un progetto a cura di “c|e contemporary”, la cui direzione artistica è affidata da Christine Enrile.
In esposizione ci sono numerose opere di tre Artisti coreani contemporanei, che hanno intrapreso differenti percorsi nel panorama dell’arte figurativa: un pittore (Peter Kim), una scultrice (Yu Jinyoung) e un fotografo (Chan-Hyo Bae). Dei tre, tutti nativi della Corea del Sud, solo la donna tuttora risiede e lavora a Seul, dove è nata nel 1977. Il fotografo, originario di Busan, dove è nato nel 1975, svolge attualmente la sua attività artistica a Londra. Peter Kim, nato a Gwangju, dal canto suo risiede e lavora a New York. Sono quasi coetanei, e hanno tutti maturato un’esperienza che potremmo definire cosmopolita; eppure, in ognuna delle opere di questo formidabile tris di Artisti, formatisi nel tempo e in momenti diversi sia in Asia che in Occidente, traspare quel peculiare tocco, quell’inconfondibile impronta e quel fascino irresistibile che contraddistingue gli autentici capolavori della precipua cultura coreana.
Tra i soggetti preferiti di Kim, ma certamente non gli unici, ci sono figure che alludono (rinnovandole) alle forme archetipiche e arcaiche plasmate dagli antichi vasai: l’Artista le trasforma in oggetti quasi impalpabili, onirici e fluttuanti nel vuoto, che il suo pennello, intinto nell’acquerello o nei colori a olio, rende volatili, tenui e leggeri, oppure riproduce attraverso minuti segni calligrafici, con una tecnica che potrebbe apparire quasi neo-divisionista.
Non meno sorprendenti, e anzi direi estremamente suggestive ed emozionanti, sono le trasparenti sculture di Yu Jinyoung: le sue esili figure femminili sembrano solo apparentemente imprigionate in segaligni e ialini contenitori plastici, ma in trasparenza comunicano con i loro sguardi, tra il melanconico e l’intrigante, che sembrano invitare il visitatore ad entrare nel loro mondo interiore e a dialogare con in totale empatia persino con il micetto o con il cagnolino che le accompagna.
E infine, il fotografo: Chan-Hyo Bae. I suoi scatti, o meglio: i suoi autoscatti, sembrano dipinti settecenteschi o di epoca vittoriana, dai dettagli minuziosi e talora inquietanti, e se non proprio realistici, decisamente verosimili. Le fotografie ritraggono l’autore, dai tratti palesemente orientali, in contrastanti abiti d’epoca occidentali femminili, in ambienti ricostruiti con maniacale attenzione e in linea con l’epoca storica rievocata. La sua presenza, quasi sempre centrale, domina volutamente la scena al fine di catalizzare lo sguardo del visitatore e per scardinare i pregiudizi (e le presunzioni) della cultura occidentale che ha spesso snobbato le culture esotiche ed orientali.
La visita è assolutamente gratuita, è questo è un altro punto a favore della Mostra. Sarà possibile visitarla fino al 17 Settembre 2023.
Orari d’apertura: da Giovedì a Domenica, dalle 19.00 alle 23.00.
Info: www.palazzotagliaferro.it | 348-9031514
Sergio Donna
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