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A Demonte, una mostra fotografica di Massimo Centini tra riflessi, contrasti e ombre

DEMONTE. Si è inaugurata ieri, sabato 22 luglio, a Demonte (Cn) la mostra fotografica Déjà-vu dell’eclettico torinese Massimo Centini. Antropologo, scrittore, docente universitario, classe 1955, da sempre Massimo Centini è appassionato di fotografia. Una passione che ha coltivato sin da ragazzo e che lo ha visto esordire nelle vesti di artista dell’immagine (a quei tempi gli scatti erano su pellicola) con una mostra a Torino nel 1975.

“A distanza di tanti anni – spiega Centini –, vista l’occasione offertami da Silvio Rosso e Franco Carena, ho creduto che valesse la pena proporre alcune immagini nelle quali ho avuto modo di dichiarare cosa intendo per fotografia creativa. Quantomeno quella che io sento più vicina. Le mie fotografie invitano a guardare con occhi diversi la quotidianità e a reinventare i meccanismi con cui leggiamo la realtà; in tal modo il significato non è mai icona ‘tout court’, ma un insieme di parti che lasciano all’osservatore l’opportunità per immaginare in totale libertà. Almeno ci provano…”.

La nuova, mostra organizzata dall’associazione culturale Amici di Demonte, è allestita nelle sale espositive dello storico palazzo. Rimarrà aperta al pubblico fino a domenica 20 agosto. Il giorno prima, sabato 19 agosto alle ore 21, nella stessa Sala Feste di Palazzo Borelli, Massimo Centini terrà una conferenza dal titolo “Facce da galera, il volto dei criminali tra scienza e immaginario”. Durante l’evento, l’artista approfondirà il suo studio sul volto dei criminali e la loro rappresentazione nell’immaginario collettivo, esplorando le relazioni tra scienza e immaginazione.

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