Le forchette e la loro storia in una mostra fotografica

TORINO. Proseguirà sino al 3 febbraio la mostra personale del fotografo Davide Dutto NoTools_Fork1 che si è inaugurata giovedì scorso alla presenza dell’autore affiancato da Giorgio Racca, ideatore e responsabile del progetto editoriale Ghost Book che presenta attraverso la fotografia storie inedite dai contenuti non comuni. Curata da Enrico Debandi, la mostra è ad ingresso libero e si può visitare tutti i giorni  dalle 15 alle 20, esclusi il lunedì e martedì.

Le fotografie di Davide Dutto sono esposte nel palazzo Saluzzo Paesana con ingresso da via Bligny 2, all’interno degli spazi che un tempo ospitavano il Teatro Paesana, nato a metà Settecento nell’ambiente che originariamente era stato concepito come secondo androne dell’imponente palazzo Saluzzo Paesana, in asse con il portone principale affacciato su via della Consolata (poi chiuso per disposizione di re Vittorio Amedeo II di Savoia perché la presenza di un doppio ingresso monumentale per lo stesso edificio era considerato un privilegio eccessivo).

Giorgio Racca e Davide Dutto

Dutto ha presentato ai partecipanti il suo lavoro, descrivendo l’idea di dedicare un progetto fotografico alle posate, sviluppato in tre capitoli: Fork1, Spoon2, Knife3. Il primo corpo di fotografie è focalizzato sulla forchetta, regina delle posate, e nasce da storie reali di forchette, di cibo e di persone. In mostra vi sono tante forchette, trovate da Dutto nei mercatini delle pulci o ricevute in dono da amici e conoscenti, che portano sulla superficie segni e tracce capaci di far immaginare all’osservatore storie di vita, di persone, di piatti, di palati. L’attore principale degli scatti, esaltato nel suo aspetto estetico dallo sfondo bianco scelto da Dutto (40 stampe fine-art 70×100), è l’utensile “forchetta”, con i suoi rimandi storici, narrativi, tecnici, poetici, considerato alla stregua d’una proiezione o di un prolungamento del corpo umano, da cui è manovrato per raggiungere lo scopo essenziale di nutrirsi.

Tra le storie raccontate da Dutto vi è quella curiosa che lega due tipi di forchette nate in aree geografiche e culturali diverse (Sicilia e Piemonte), ma, nonostante questo, simili tra loro nel risultato finale e nelle caratteristiche: la forchetta appartenuta al padre dello chef siciliano Pino Cuttaia, amico di Davide Dutto, provvista di rebbi allargati, che richiama la consuetudine un tempo in uso nelle famiglie meridionali in tempi di scarsità di cibo di allargare i rebbi per poter attingere porzioni più abbondanti di cibo dal grande piatto unico posto al centro della tavola; la seconda, non esposta in mostra, è la forchetta di Maria, la fondatrice e storica cuoca dell’osteria Veglio di La Morra, che soleva allargare i rebbi della forchetta, con risultato estetico affine al primo, ma per uno scopo del tutto differente, quello di impiattare più facilmente e velocemente le porzioni dei suoi fantastici tajarin.  

Nell’ambito della mostra martedì 29 si terrà un appuntamento gastronomico con Matteo Baronetto, chef stellato del ristorante Del Cambio di Torino. L’iniziativa si svolgerà a partire dalle ore 18.30, dapprima negli spazi del Teatro Paesana, dove si visiterà la mostra con la guida di Davide Dutto, e poi nell’appartamento padronale di palazzo Saluzzo Paesana (via della Consolata 1 bis), che farà da aulico scenario alla cena a buffet, pensata insieme da Baronetto e Dutto per ristoratori e chef torinesi sul tema della “forchetta”, in stretta connessione con il soggetto della mostra. 

Paolo Barosso

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