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L’alternanza scuola-lavoro come sostegno alle professioni a rischio

TORINO. I giovani non trovano lavoro, ma sono diverse le figure professionali, sia tradizionali che nuove, che sono difficili da reperire: sarti, modellisti e cappellai, tagliatori artigianali, conciatori di pelli, ma anche analisti software, esperti in applicazioni, tecnici programmatori, tecnici meccanici ed elettrotecnici. Questo è l’allarme di Confartigianato, che ha organizzato un convegno su apprendistato ed alternanza scuola-lavoro, quest’ultimo può essere un primo passo per ridurre il divario tra l’azienda e le nuove generazioni. Inoltre, secondo ciò che afferma Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte (in foto), può aiutare anche ad arginare il fenomeno relativo alla perdita dei vecchi mestieri artigiani, che sono a rischio di estinzione, e a reperire nuovi profili professionali.

Nel 2017, in Piemonte, la propensione ad ospitare studenti in alternanza scuola-lavoro risulta pari al 14,5% delle imprese; un valore che colloca la Regione al sesto posto, superiore alla media nazionale (11,9%). Invece, per quanto riguarda l’apprendistato, il settore che risulta più attivo nell’assunzione di giovani è quello dell’artigianato. Risulta pari al 35% la quota dei giovani con età inferiore ai 30 anni che hanno rapporti di lavoro di apprendistato, che è nettamente superiore al 21,5% rilevata per le imprese non artigiane. Il Piemonte e la Toscana si collocano in terza posizione nella classifica nazionale: si contano 5,1 apprendisti su 100 rapporti di lavoro attivati.

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