La leggenda del toro rosso che sconfisse il drago e che divenne il simbolo del capoluogo
Secondo molti studiosi l’antica Augusta Taurinorum dovrebbe l’origine del nome alla passata presenza delle popolazioni celto-liguri all’interno del territorio in origine. Altri affermano che, più precisamente, questa denominazione derivi dalla parola thor, il cui significato è “monte”. Ma la storia più amata è sicuramente quella che si rifà alla leggenda del toro rosso, secondo la quale tanto tempo fa un piccolo villaggio sulle sponde del fiume Padus (l’attuale Po) era tenuto in scacco da un perfido drago, che massacrava gli animali al pascolo, uccideva i poveri abitanti e bruciava le loro case. Stanchi di sopportare le angherie della creatura, la popolazione molto abile nell’allevare tori, decise di far affrontare il drago alla loro bestia migliore, quella più forte e robusta. Si trattava di un toro dal pelo rosso. Per renderlo propenso al combattimento gli fecero bere bere acqua e vino rosso: un mix che rese l’esemplare fiero e battagliero.
Dopo che ebbe bevuto questo “elisir” il toro rosso fu portato nel bosco e la lotta con il drago ebbe inizio. Il valoroso animale, battendosi con tutte le sue forze, riuscì a ferire con le corna la pericolosa creatura e alla fine ebbe la meglio riuscendo ad ucciderlo. Durante il duro combattimento però, il toro dal pelo rosso rimase gravemente ferito e morì poco dopo. La popolazione del villaggio fu talmente grata al toro rosso e al suo sacrificio che decise di aggiungerlo all’olimpo delle proprie divinità e di metterlo nello stemma cittadino. Da questo salvatore deriverà il nome di Torino ed il legame che ancora oggi la città ha con questo animale, simbolo di forza, tenacia, coraggio e libertà, ritenute virtù del popolo torinese.