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Ivrea, la vita e le opere del poeta Antonio Peretti al centro di un incontro al Liceo Botta

Venerdì 29 settembre a Ivrea, per il ciclo d’incontri culturali “I Venerdì del Botta”, organizzati presso la sede del Liceo Botta, si terrà una conferenza sul tema “Vita e opere di Antonio Peretti (1815-1858). Un poeta emiliano al Regio Convitto e Ginnasio-Liceo di Ivrea ai tempi del Risorgimento tra Giacosa, Realis e Carandini”.

L’evento, in programma alle ore 15 nell’auditorium Giovanni Getto del Liceo Carlo Botta, promosso dalla prestigiosa istituzione scolastica eporediese in collaborazione con il movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione”, sarà condotto da Mattia Spaggiari che, per l’occasione, presenterà il suo libro dedicato proprio al poeta emiliano, intitolato “L’amor della mia terra e la speranza. Vita e opere di Antonio Peretti (1815-1858)”.

Nel volume di Mattia Spaggiari, nato a Reggio Emilia nel 1996 e laureato in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dal 2022 presidente della Delegazione “Francesco V d’Austria-Este” del movimento culturale “Croce Reale – Rinnovamento nella Tradizione”, si tratteggia la figura di un letterato, Antonio Peretti, che fu l’esponente più importante della produzione poetica riferibile al periodo della Restaurazione nel Ducato di Modena.

Nativo di Castelnovo ne’ Monti, comune dell’Appennino Reggiano, il Peretti all’età di soli 25 anni ebbe l’onore di essere nominato poeta ufficiale della corte Estense, primo a rivestire quel ruolo dopo il grande Torquato Tasso. Si era al tempo del duca Francesco IV d’Austria-Este, noto per essere uno dei sovrani che maggiormente si distinsero, nel governo del loro Stati, nel cercare di attenersi in modo scrupoloso e convinto ai dettami della Restaurazione, e questo clima politico non agevolò Antonio Peretti nei rapporti con le altre personalità gravitanti nell’ambiente di corte, essendo lui, pur fervente cattolico e tendente al moderatismo in politica, piuttosto incline, per certi aspetti, a coltivare idee liberali.  

Pur confermato nei suoi incarichi da Francesco V d’Austria-Este, le divergenze di vedute del Peretti con il nuovo duca erano destinati ad acuirsi con gli eventi del Quarantotto, e questo contrasto politico portò il poeta, che aveva appoggiato l’annessione degli Stati Estensi al Regno di Sardegna, a lasciare Modena al ritorno di Francesco V, anticipando la condanna all’esilio ufficialmente comminata dal duca nel 1851. Antonio Peretti, dopo un breve soggiorno in Toscana, si trasferì in Piemonte dove, pur non riuscendo a inserirsi tra gli alti ranghi dell’élite culturale sabauda, si dedicò a un’instancabile attività di educatore, promuovendo l’istruzione dei fanciulli di tutti i ceti sociali e anche degli adulti analfabeti. Nel 1853 si stabilì a Ivrea, dove ricoprì l’incarico di Rettore del Collegio-Convitto e Preside del Liceo-Ginnasio, insegnando Storia e Geografia fino alla morte prematura, avvenuta nel 1858 a soli 43 anni d’età.

L’incontro sarà l’occasione per conoscere una figura di letterato immerso nelle caratteristiche politiche e culturali della sua epoca, tra Restaurazione e periodo risorgimentale, e anche fortemente legato al Piemonte sabaudo, territorio in cui spese gli ultimi anni della sua vita lasciando un buon ricordo di sé, come attestato dall’affetto con cui lo rammentava il drammaturgo Giuseppe Giacosa, che aveva frequentato il Collegio diretto dal Peretti. 

Paolo Barosso

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