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In Piemonte, il diabete adesso si misura con un cerotto e un lettore

TORINO. Un cerotto e uno smartphone forniti gratuitamente dal sistema sanitario regionale. Questi i due strumenti di cui si avvale il “Flash glucose monitoring”, il sistema che la Regione Piemonte ha introdotto con la delibera presentata dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta e approvata dalla Giunta regionale, per monitorare i livelli di glicemia. I piemontesi affetti da diabete mellito nelle forme più gravi, per cui eseguono anche 150 misurazioni mensili, adesso possono controllarsi in un modo più semplice e veloce.

Il monitoraggio, attraverso un cerotto che fa da sensore e che può essere applicato sulla pelle, permette di misurare in modo costante, per un massimo di 14 giorni, i livelli di glucosio a intervalli di un minuto, tenendo poi in memoria i dati delle ultime otto ore. Quindi un normale smartphone visualizza in tempo reale il livello di glicemia, insieme con un grafico che evidenzia l’aumento, o la diminuzione, del glucosio nelle otto ore precedenti.

«Si tratta di un’innovazione che vuole rendere più facile la vita dei pazienti, riducendone i disagi e migliorando la capacità di controllo della malattia e che si aggiunge alle azioni che abbiamo compiuto in questi anni per ridurre i costi dei dispositivi, mantenendo immutati gli standard qualitativi, e liberare così risorse da investire nella cura dei malati. Proprio grazie a questo lavoro e ai risparmi ottenuti posso annunciare che la Giunta si appresta a potenziare la Rete endocrino-diabetologica regionale costituita lo scorso anno. Nei prossimi mesi l’Assessorato alla Sanità elaborerà un progetto per rafforzarla, insieme ai coordinatori della rete stessa e alle associazioni dei pazienti», spiega Saitta.

Il Flash glucose monitoring è previsto per i pazienti trattati con insulina e con almeno cinque misurazioni al giorno; le donne in gravidanza complicata da diabete, che a giudizio del diabetologo richiede un monitoraggio costante della glicemia; i pazienti trattati con insulina con precedente ipoglicemia severa o asintomatica, che hanno comprovata ansia da agofobia, o da iper/ipoglicemia, oppure che hanno una professione che non permette loro un controllo agevolato con il metodo delle lancette pungidito.

Saranno circa sei mila, secondo le stime, i pazienti piemontesi affetti da diabete nella forma più acuta, che sostituiranno il vecchio sistema, la puntura sul dito attraverso lancette monouso, con il nuovo, quest’ultimo già utilizzato a livello sperimentale con risultati comparabili a quelli dei glucometri tradizionali. Nel 2016 il portale quotidianosanita.it riportava che il Piemonte era tra le regioni italiane più avanzate dal punto di vista organizzativo e dell’autonomia e competenza dei pazienti diabetici, secondo un’indagine Gfk Eurisko. L’86% degli oltre 280 mila pazienti diabetici piemontesi in terapia con insulina era molto consapevole, attivo e competente nella gestione della malattia, oltre il 90% si dichiarava molto soddisfatto per la disponibilità e competenza dei medici curanti, e quasi l’80% apprezzavai servizi sanitari offerti.

Redazione

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