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In calo il numero di badanti e colf in Piemonte, in compenso aumentano le italiane

TORINO. In Piemonte i lavoratori domestici sono quasi 70 mila, e sembra esserci stato un calo del 2% nel 2017 rispetto all’anno precedente, pur se aumentano le colf e le badanti italiane (19.249). La percentuale delle italiane è cresciuta, a causa della scarsità di lavoro e della crisi economica, dal 21,4% del 2012 al 27,6%. La fotografia arriva dall’Inps che ha presentato, a Torino, i dati piemontesi dell’Osservatorio sulla categoria, in un incontro organizzato con Nuova Collaborazione, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. Si nota che la maggioranza femminile è netta (92,2%), e appartiene alla classe d’età 40-54 anni, mentre  il 47,6% è rappresentato da badanti. Quasi il 50% proviene dai Paesi dell’Est, l’11,4% da stati dell’America Centro-Meridionale, e sono meno numerosi i filippini (8%).
«Siamo contrari ai condoni, ma una sanatoria potrebbe fare emergere le sacche di evasione», afferma il presidente di Nuova Collaborazione, Alfredo Savio. L’associazione organizza corsi di formazione gratuiti per domestici disoccupati.

Nel 2011 la Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate e la Direzione regionale dell’Inps avevano ideato il progetto “Colf e badanti…senza frontiere”, che si rivolge al mondo delle collaboratrici e dei collaboratori domestici di origine straniera. Scopo del progetto era quello d’illustrare l’insieme di diritti e doveri previsti dalla normativa italiana in campo contributivo e fiscale, al fine di favorire l’emersione del lavoro irregolare, e consentire adeguati strumenti conoscitivi ad una categoria di persone con marcati gap informativi che li colloca in posizione di svantaggio sociale.
Sul sito Caaf CGIL Piemonte e Valle d’Aosta, inoltre, sono riportate alcune informazioni utili. È possibile, infatti, seguire l’iter dalla stipula del contratto di lavoro alla comunicazione all’Inps dell’inizio del rapporto di lavoro, allo scopo di tutelare entrambe le parti (datore di lavoro e lavoratore), garantendo il rispetto delle normative più recenti ; dalla dichiarazione sostitutiva del CU alla certificazione per usufruire della detrazione fiscale per l’assistenza ai soggetti non autosufficienti fino alla comunicazione Inps per la cessazione del rapporto di lavoro. Buste paga, bollettini Mav trimestrali relativi ai contributi, calcolo del Tfr e lettera di cessazione del rapporto di lavoro.

Sono poi citati altri dati fondamentali. In caso di assunzione di colf/badanti, ad esempio, il datore di lavoro ha diritto alla deduzione dei contributi Inps versati durante l’anno, calcolata sull’importo massimo di 1.549,37 euro. Chi ha un reddito fino a 40 mila euro e assume una badante per assistere un soggetto non autosufficiente, avrà diritto a un’ulteriore detrazione fino a 399 euro. Il diritto spetta oltre al soggetto invalido, anche ai parenti e affini fino al secondo grado, se il contratto è intestato a loro nome. In alcuni territori è possibile richiedere per l’assistenza ad anziani invalidi e non autosufficienti: assegno di cura attraverso gli enti socio-assistenziali; contributo economico ove previsto dalle amministrazioni regionali e/o da altri enti. Un punto molto importante riguarda le sanzioni: il datore di lavoro che ospita e/o sfrutta un lavoratore clandestino, rischia l’arresto da sei mesi a tre anni, oltre a un’ammenda di 5 mila euro per ogni lavoratore irregolare.

Redazione

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