TORINO. Un insieme di 232 copioni teatrali appartenenti al filone del teatro comico dialettale piemontese: questo il contenuto dell’ultimo inventario in ordine di tempo pubblicato nella sezione “Raccolte particolari” delle pagine Internet della Biblioteca storica “Giuseppe Grosso” della Città metropolitana di Torino (http://www.cittametropolitana.torino.it/cultura/biblioteca_storica/raccolte/collezione_copioni_teatrali.shtml).
Si tratta di copioni di opere di oltre un centinaio di autori, tra cui Vittorio Bersezio, Nino Costa, Nino Oxilia ed Erminio Macario, in parte manoscritti, in parte dattiloscritti, che la Biblioteca dell’allora Provincia di Torino acquistò nel marzo del 1966 dal collezionista Fortunato Rivetti, che li aveva raccolti e ordinati in serie numerica. Il timbro di proprietà di Rivetti si sovrappone in molti casi a quelli di alcune Compagnie teatrali, in particolare quella di Romolo Solari, capo comico della Compagnia piemontese, a cui sembra appartenessero, almeno in parte, originariamente. Si rintracciano anche altre indicazioni di provenienza, come la Compagnia teatro comico piemontese Giovanni Biondi o la Compagnia di varietà diretta da Vittorio Bogino.
“Ci si trova di fronte a una curiosa testimonianza” si legge nella presentazione dell’inventario “di come questi importantissimi testi passassero di compagnia in compagnia, distribuiti agli attori, riscritti, rilegati alla meglio con copertine cartonate destinate a usurarsi velocemente. Il loro stato di conservazione rivela l’utilizzo continuo, per generazioni”.
Le opere sono commedie, riviste, vaudeville, drammi, farse e altro ancora, tutte in dialetto piemontese (c’è anche una “tavanada ant un att”, traduzione: una stupidaggine in un atto): testi trascritti o composti tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e gli anni ’30 del Novecento. Gli autori maggiormente ricorrenti sono Vittorio Actis, Vittorio Bersezio, Federico Garelli, Enrico Gemelli, Alfredo Mariani, Carlo Alfredo Occhetti (che spesso firmava con lo pseudonimo Carlo Tiochet), Luigi Pietracqua, Oreste Poggio, Mario Valabrega e Giovanni Zoppis.
I loro lavori facevano evidentemente parte del repertorio consueto di queste Compagnie e non tutti i testi sono oggi conosciuti e rappresentati. Un materiale che merita certamente una visita alla Biblioteca “Giuseppe Grosso” di Pala
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