Luigi Einaudi, intellettuale di fama internazionale, è considerato anche oggi uno dei padri della Repubblica. Le sue concezioni politiche ed economiche – intese come governatore della Banca d’Italia, come ministro ed infine come Capo dello Stato – sono entrate nella costruzione di un nuova Italia postbellica liberaldemocratica. I problemi di oggi risultano gli stessi che aveva affrontato Einaudi ai suoi tempi, ad esempio quello della riforma elettorale, che fu motivo di tante battaglie nel 1953. In molti dei suoi testi – come Scrittoio del Presidente (nel 1956) o Prediche inutili (fra il 1955 e il 1959) – si trovano spunti di grande importanza ed attualità. Ad Einaudi è dedicata la sala maggiore del Centro Incontri della Provincia di Cuneo.
Luigi Einaudi. Nato a Carrù e trasferitosi a Dogliani, città natale della madre. È stato membro dell’Assemblea costituente, docente universitario, Governatore della Banca d’Italia (1945-1948), Senatore del Regno fin dal 1919 e, quindi, Senatore della Repubblica. E dal 1948 al 1955 ne fu Presidente. Fu, inoltre: Vice Presidente del Consiglio dei Ministri; Ministro del Tesoro e delle Finanze (prima) e del Bilancio (poi) negli esecutivi De Gasperi dell’immediato secondo Dopoguerra; editorialista de La Stampa e de Il Corriere della Sera e corrispondente dell’Economist. Morì a Roma nel 1961.
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