Il maestro gelatiere Marchetti acquista la Dolciaria Fontana, nota per i suoi Nocciolini

CHIVASSO. Nocciole, zucchero, albume. È in questi tre semplici ingredienti e nel loro giusto dosaggio che si nasconde il segreto dei Nocciolini di Chivasso. Questi dolci dal sapore unico e inconfondibile in più di cent’anni di storia hanno conquistato i palati di molti, compreso quello di Alberto Marchetti, stimato maestro gelatiere torinese, che ha deciso di acquisire la Dolciaria Fontana che ha fatto dei Nocciolini di Chivasso un must apprezzato ben al di là dei confini piemontesi.

La storia narra che l’invenzione dei Nocciolini risalga al lontano 1810, quando il mastro pasticcere Giovanni Podio unì le nocciole Piemonte agli altri due ingredienti, ricavando l’impasto magico. Ma fu Nazzaro, il genero, che nel 1904 ne registrò il brevetto presso il ministero del commercio del Regno d’Italia, col nome originario di “noasetti”, e che nel 1900 e 1911 portò i Nocciolini alle Esposizioni Universali di Parigi prima e Torino poi. L’intraprendente pasticcere, che spogliò i nocciolini della loro confezione di latta per il tradizionale sacchetto rosa, fu insignito del titolo di “fornitore della Real Casa” da Vittorio Emanuele III di Savoia. L’epoca fascista spazzò via il nome straniero per l’italiano “Nocciolini”.

Secondo quanto scrive Francesca Marino “…la sera del 21 settembre 1965 il Caffè della Posta di Chivasso, famoso per i suoi Nocciolini, fu protagonista di un fatto luttuoso: l’avvelenamento del pasticcere Luigi Cavatore. A causa della perdita del pasticcere, la produzione dei dolci Nocciolini si interruppe bruscamente finché il proprietario, De Marco, scelse Roberto e Mariella Fontana che iniziarono così la loro produzione nel laboratorio di via Ivrea 31, dove ancora oggi ha sede lo stabilimento”.


Rigorosamente confezionati a mano, i nocciolini nascono seguendo un vecchio procedimento: le nocciole, sgusciate e tostate al punto giusto, vengono impastate con zucchero e albume. Il tutto, portato a densità colante, viene inserito in una macchina che distribuisce su fogli di carta, piccoli bottoncini pronti ad essere infornati. Una volta raffreddate, le delizie vengono confezionate nell’inconfondibile confezione rosa con sopra raffigurato il Duomo della città di Chivasso.

Sono sempre stato affascinato dalle cose buone – dichiara Alberto Marchetti -. Sin da piccolo ho amato i Nocciolini di Chivasso ed entrare oggi a far arte della loro storia mi riempie di orgoglio. Tradizione, genuinità, rispetto delle cose fatte “come una volta” sono principi che ho sempre cercato di portare in tutto ciò che faccio: nel mio gelato e ora in questa nuova avventura”.

Redazione

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