TORINO. La notizia è fresca quanto il brevetto di questo nuovo prodotto per neonati. Si chiama “Fortilat”, e si tratta di latte d’asina fortificatore contro le intolleranze dei bambini nati prematuri. Uno studio condotto dalla Terapia Intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Enrico Bertino, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del Cnr di Torino, coordinati dalla dottoressa Laura Cavallarin, ne ha permesso la realizzazione.
I ricercatori hanno dimostrato come i segni d’intolleranza alimentare, accompagnati dalla necessità di sospensione dell’alimentazione in questi neonati estremamente critici, siano più che dimezzati attraverso l’utilizzo del latte d’asina come fortificatore del latte umano, al posto dei prodotti con latte vaccino. La conseguenza è che uno tra gli obiettivi dell’assistenza ai prematuri riguarda il raggiungimento precoce di una completa alimentazione per via orale.
In Italia si contano circa 5 mila nascite all’anno di bambini con peso molto basso (<1500 g), e anche se rappresentano l’1%, si verifica il 60% della mortalità nel primo anno di vita e l’80% delle sequele neuro-evolutive a distanza. Il latte d’asina, quindi, molto ricco di lisozima, una proteina caratterizzata da elevata proprietà antibatterica, si presenta come rispostaa questi problemi.
Lo studio clinico, durato 24 mesi, e di cui è ancora in corso il follow-up dei pazienti previsto sino all’età scolare, ha evidenziato poi ridotti episodi di vomito, oltre che di ristagno biliare, un fenomeno indice di malfunzionamento intestinale, caratterizzato da presenza di bile nello stomaco.
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