Itinerari del mistero

Il fascino discreto di Demonte: dalle rovine del Forte della Consolata al mistero dei Templari

          

Demonte, cittadina in provincia di Cuneo situata in Valle Stura, emana, come tutti i luoghi situati su strade di transito, un fascino tutto particolare, che emerge da piccole cose, come i capitelli dei portici in stile gotico e tardo-romanico, che denotano la ricchezza del posto e la storia che li ha attraversati. In alcuni tratti il soffitto dei colonnati è in legno, come doveva essere nel momento della loro costruzione, quando coprivano in parte il mercato che aveva sede proprio nella via principale, attualmente via Martiri e Caduti per la Libertà. Nel 1400 Ludovico I Bolleris emise un editto per regolamentarne la costruzione, facendo intendere quale era l’importanza di creare una sorta di tappeto rosso per l’entrata in paese di personaggi altolocati.

Infatti Demonte ha assistito, nel corso dei secoli, a una moltitudine di vicende, a partire dai primi abitanti, i liguri montani, considerati un popolo indomito e indipendente, che si oppose persino a Roma. Da un lato l’accessibilità della valle ha da sempre attirato persone di diverse etnie, anche in virtù del fatto che Demonte è per l’appunto sulla strada che conduce in Francia attraverso il Colle della Maddalena e poi faceva parte delle valli occitane, un’area linguistica estesa, nel Medioevo, anche in Francia e Spagna; d’altro canto stiamo parlando di una valle stretta e piuttosto chiusa, che ha conservato usi e credenze popolari.

Il console romano Marco Quinto Flacco conquistò Demonte in epoca augustea, nell’ambito della sottomissione delle vie di transito per arginare possibili invasioni. La cittadina subì in seguito le scorrerie di Goti, Bizantini, Franchi e Saraceni. Mentre durante il periodo romano era stata integrata nel municipium di Pedona, (Borgo San Dalmazzo), nel 998 d.C. venne data in feudo al vescovo di Torino, che la controllò almeno fino al 1150, quando la comunità divenne ufficialmente comune e nel 1376, la regina Giovanna I d’Angiò investì Franceschino Bolleris del titolo di feudatario di Demonte. I Bolleris costruirono il Palazzo Bolleris, oggi conosciuto come Palazzo Borelli.

Una delle risorse più antiche e caratteristiche del luogo è la lavanda, infatti Demonte è conosciuta come la “Provenza del Piemonte” per la moltitudine di piante dai fiori viola che fino alla prima metà del ‘900 sono state una risorsa economica notevole per gli abitanti. Nel XIX secolo la distilleria Rocchia, qui ubicata, usava metodi di distillazione all’avanguardia per ricavare l’olio di lavanda dai forti steli dei fiori più amati. Ancora oggi si svolge il festival della lavanda durante il mese di agosto, periodo nel quale il passaggio dei viaggiatori è più intenso e la città può manifestare tutta la sua vocazione turistica, rievocando contemporaneamente le tradizioni di un tempo.

Gli interni di Palazzo Borelli

Nel 1590, iniziò la costruzione del Forte della Consolata a Demonte, voluto da Carlo Emanuele I di Savoia per cercare di sventare la minaccia delle truppe francesi di Lesdiguirès. Per il progetto fu chiamato l’ingegnere milanese Gabrio Busca, che lo immaginò su un terrazzo roccioso, il “podio”, posizione che oltre a essere difensiva consentiva di vedere all’infinito, accorgendosi immediatamente dell’eventuale arrivo di nemici. Le fortificazioni erano bastionate all’italiana, con tre piazze a livelli degradanti, un palazzo per il Governatore e la Chiesa della Madonna della Consolata. Purtroppo il forte fu demolito nel 1798, dopo un pesante danneggiamento subito nel 1744, durante l’avanzata delle truppe francesi verso Cuneo. Le rovine del castello sono oggi meta di camminatori, poiché donano una vista speciale sulla valle.

Demonte è anche stata teatro di un atto di coraggio non così diffuso: Lorenzo Spada, giovane macellaio, partigiano della brigata Valle Stura, protesse la famiglia ebrea dei ferraresi Tedeschi, Ermanno, il padre famiglia, la moglie Madga e i tre figli, organizzando anche a sue spese la loro fuga in Svizzera. Purtroppo, il 21 agosto 1944, Spada fu catturato dai fascisti e impiccato nella piazza di Demonte, che oggi porta il suo nome. Nel 1974, l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme lo riconobbe come uno dei giusti tra le nazioni.

Un edificio davvero interessante è il palazzo di Gaspare Bolleris, costruito nel 1606 ed eretto sui resti del Castello Angioino distrutto alla fine del 1200. Nella seconda metà dell’800 il Conte Giacinto Borrelli fece erigere la Galleria Carlo Alberto, che collega il palazzo al parco e ha ospitato Re Carlo Alberto durante i suoi sopralluoghi per la costruzione del Forte di Vinadio. Gli affreschi settecenteschi del palazzo e la meridiana (tra le più antiche della Valle Stura) che domina la facciata barocca, unitamente al parco a terrazze, fontane e grotte che richiama il parco dei Mostri di Bomarzo in versione ridotta, fanno del Palazzo un luogo particolarmente affascinante, che oggi ospita mostre e conferenze.

La pianta dell’antico forte

Non per ultimo, Demonte era sede dei cavalieri Templari, lo attesta l’antropologo Massimo Centini nel libro I templari in Piemonte, Yume edizioni: “Anche un semplice sguardo alla posizione geografica del Piemonte chiarisce immediatamente quale fosse il suo ruolo nell’ambito degli itineraria divina dei pellegrini, ma anche dei viaggiatori: fossero  essi portatori di pace o di guerra. Il Colle di Tenda costituiva la via verso il mare e, con quello della Maddalena, legava la valle della Stura di Demonte alla Francia dell’Ubaye”. E ancora, dalla ricerca di Massimo Centini su documenti d’archivio: “In un atto di vendita di una casa di Demonte del 14 luglio 1216, citato da Amedeo di Ponsiglione senza indicazione della fonte, si attesta che ‘Arrigo Luperia vende una casa, ch’egli possedeva in quella terra a Daniele de Urfio, alla quale erano coerenti ex una parte domus fratrum de Templo, ex alia ecclesia beate Marie Magdalene, ex tercia, et quarta via pubblica’. Fra i testimoni si leggono fr. Ugo de Templo”. Ponsiglione giungeva alla conclusione che la sottoscrizione di Ugo de Templo convalidasse l’ipotesi che la casa di Demonte ‘fosse dagli stessi Templari abitata’. Ipotesi affrettata? Molti ne sono convinti e solo una più approfondita analisi delle fonti disponibili potrà eventualmente condurre a un accertamento”. Pare quindi abbastanza chiaro che i Templari non potessero lasciare sguarnito un luogo di passaggio e di possibile entrata di nemici come la Valle Stura e in particolare la ricca cittadina di Demonte.

Forse ulteriori studi chiariranno ulteriormente l’operato dei Templari in zona, per il momento ci accontentiamo di portare all’attenzione che Demonte è un piccolo gioiello incastonato nelle montagne, attivo culturalmente e ottima meta per viaggiatori curiosi.

Testo di Katia Bernacci
Foto di Marino Olivieri

Katia Bernacci

Katia Bernacci, giornalista pubblicista, saggista e ricercatrice indipendente, è attualmente direttrice editoriale della casa editrice Yume. Da anni si occupa di divulgazione in ambito culturale.

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