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I veleni tra scienza e mito: l’antropologo torinese Centini fa luce sui misteri della storia dell’uomo

C’è un filo rosso che lega molti protagonisti della storia, da Alessandro Magno a Cleopatra, da Pico della Mirandola a Paracelso, sino ad arrivare a Napoleone e al Terzo Reich di Adolf Hitler: la morte per avvelenamento, vero o presunto. Il veleno ha sempre esercitato un fascino oscuro, intrecciandosi con le vicende della storia e della letteratura. Nell’antichità, era spesso associato alla politica e agli intrighi di corte, utilizzato come un’arma silenziosa e subdola per eliminare i propri nemici. Nella letteratura, invece, il veleno si è imposto come un elemento ricorrente, legato alla suspense e al dramma, ampiamente sfruttato da autori di gialli e thriller.

Nel libro I veleni tra scienza e mito l’antropologo torinese Massimo Centini ci fornisce accurate informazioni, raccontando la storia dei veleni nel tempo, tra misteri e intrighi. L’autore esplora la storia del morboso rapporto che dall’alba dei tempi lega l’uomo alle tossine. Un legame atavico che, come dimostrano anche i più recenti fatti di politica internazionale, appare più saldo che mai. E non mancano i capitoli dedicati ad animali e vegetali mortali: dalle tarantole alle piante assassine, dai rospi magici e diabolici all’universo micologico che nel corso della storia ha fatto decine di vittime illustri come l’imperatore romano Claudio e la vedova dello zar Alessio Romanov. Oppure, papa Clemente VII, esponente della famiglia de’ Medici, morto per aver mangiato un’amanita phalloides.

Tra i capitoli conclusivi uno è dedica alla pellagra, malattia conosciuta come il “mal rosso”, frequente tra le popolazioni che facevano esclusivo uso della polenta di sorgo o di mais come alimento base. In Italia, la patologia fu estremamente diffusa fra il XVIII e il XIX secolo nel Nord Italia, dove venne sconfitta soltanto nella seconda metà del XX secolo. Del “mal rosso” si occupò a lungo Cesare Lombroso che fu tra i primi a comprendere come la malattia fosse strettamente correlata con l’uso di granturco guasto, destinato a determinare una forma di avvelenamento nelle persone, fino a sviluppare in alcune di loro i fenomeni delle “tre D”: dermatite, diarrea, demenza.

Chiude l’esaustivo saggio di Centini un capitolo dedicato alle tossine belliche e alla chimica al servizio della guerra: dalle epidemie come armi ai gas velenosi tra i fili spinati. Sino ad arrivare ad oggi dove l’uso di virus e batteri per usi bellici o terroristici ha fatto scattare numerosi campanelli d’allarme: dall’attentato alla metropolitana di Tokio con il gas conosciuto come sarin, alle lettere all’antrace, ancora alla recente pandemia del Covid, virus che secondo alcuni sarebbe stato creato in laboratorio con scopi terroristici.

L’autore. Massimo Centini è nato a Torino nel 1955. Laureato in Antropologia culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della sua città, è autore di numerosi saggi su tematiche connesse alla sua specializzazione per case editrici nazionali (Mondadori, Rusconi, Newton & Compton, Piemme, La Stampa e altre), ha al suo attivo alcuni volumi tradotti in varie lingue.

Massimo Centini, I veleni tra scienza e mito – Oscuri protagonisti della storia dell’uomo, Diarkos Editore, Santarcangelo di Romagna, pagine 320, euro 19

Piero Abrate

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

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