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I fiori “buoni da mangiare” arrivano nei supermercati e sulle nostre tavole

Sono nominati fiori “eduli”, e da qualche tempo si possono trovare anche in alcuni supermercati torinesi, oltre che in biobotteghe. Si tratta di quei fiori che ornano le portate in molti ristoranti, ma non solo. Questi fiori e petali, infatti, sono commestibili, adatti quindi a un uso alimentare. Saporiti, colorati e delicati, vengono inseriti in insalate, zuppe, torte, e facilmente integrabili nei piatti delle cucine casalinghe. Persino la manifestazione “Messer Tulipano” a Pralormo ha ospitato uno  showcooking dedicato ai fiori selvatici commestibili.

Sembra ne esistano 50 specie diverse, tutte caratterizzate dal non aver subito trattamenti estetici e antiparassitari. I petali delicati non devono essere lavati prima di consumarli, al massimo si possono tamponare con della carta imbevuta di acqua, ed è necessario esporli al sole, assicurandosi un buon drenaggio, conservandoli poi nel frigorifero al massimo per 10 giorni. I fiori da “gustare” devono essere quelli del proprio orto, lontano da smog e dal passaggio pubblico. Anche i fiori, quindi, diventano bio, come quelli delle vaschette all’interno dei supermercati, raccolti manualmente e coltivati in speciali serre protette. Sono ingredienti a tutti gli effetti di ricette, e ne sapevano qualcosa già gli antichi romani, greci e la civiltà cinese, che li inserivano in molte preparazioni.

Rose, violette, papavero si usano per sciroppi e liquori; i fiori essiccati di malva, camomilla, tiglio per le tisane. Vasto è l’elenco, in cui compaiono anche calendule, begonie, gerani, gelsomini, bocche di leone, rose, suddivisi in sapori dolci, piccanti e aciduli. Dal punto di vista nutrizionale sono poverissimi di grassi e ricchi di sostanze nutritive come minerali, proteine, vitamina A e C, e una elevata presenza di antiossidanti. In particolare le viole, i crisantemi e i garofani sono ricchi di potassio e antiossidanti dovuti al contenuto di flavonoidi e carotenoidi, che ne determinano il colore. Proprio nei fiori più colorati si trovano le migliori proprietà nutritive, soprattutto in quelli rossi, blu, arancioni.
Da ricordare di non abusarne, però, sia per le allergie che potrebbero insorgere sia perché alcune varietà sono velenose. «I fiori, fino a non molto tempo fa, erano solo un abbellimento. Oggi, in parte grazie alla diffusione delle discipline come lo yoga, o la meditazione, si sta divulgando il concetto che ilfiore possa essere anche mangiato. Esistono, poi, alcune varietà di fiori che sono velenose, come ad esempio l’oleandro. È, quindi, di cruciale importanza imparare a riconoscere i fiori osservandoli. Così come è importante allenare il gusto e abituarsi a consumarli con gradualità», spiega Eleni Pisano, cheffa, foodwriter e insegnante di cucina.

Redazione

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