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Scaduta la convenzione, ai cappellani dei cimiteri torinesi niente rimborsi da 18 mesi

TORINO. Sono circa 18 mesi che la diocesi di Torino sostiene i costi legati al servizio dei cappellani che accolgono e benedicono i feretri nei cimiteri della città.  Il motivo è che il Comune ha lasciato scadere la convenzione per cui, fino a ottobre 2016, ogni anno 15 mila euro di fondi municipali erano destinati a coprire parzialmente i costi di servizio, come trasporto e materiali. La riduzione dei contributi prima, e l’assenza dopo il 2016 hanno generato la situazione odierna.

«La presenza dei cappellani è andata avanti completamente a carico della diocesi. Stiamo facendo tutto il possibile per garantire il servizio religioso, certo non lo abbandoneremo, ma è logico domandare: al Comune non importa nulla di questo servizio richiesto da metà dei torinesi? L’accoglienza religiosa nei cimiteri non dovrebbe essere riconosciuta come un fatto di interesse collettivo, degno di sostegno almeno quanto altre manifestazioni finanziate dalla Città o altre espressioni di opinione, di aggregazione?», afferma il vicario generale mons. Valter Danna.
I cappellani incaricati dalla diocesi sono complessivamente 9, un prete e 8 diaconi. «Mi rendo conto del disagio – spiega l’assessore ai Servizi Cimiteriali, Marco Giusta – ma desidero chiarire che la cessazione dei contributi non è nata da una volontà di tagliare i fondi al servizio religioso. Se non abbiamo ancora rinnovato la convenzione è solo perché il Comune versa in gravi difficoltà finanziarie, ed è costretto a operare tagli su molti fronti, compreso quello dei cimiteri. Appena sarà possibile, torneremo a contribuire alle spese dei cappellani».
Pare che a settembre prossimo dovrebbe sbloccarsi qualcosa, ma, nel frattempo, la riduzione degli orari dell’accoglienza religiosa sta intimorendo le società di pompe funebri, per la paura di eventuali disagi.

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