Gli diagnosticarono il morbo di Crohn, fra qualche giorno correrà la maratona

TORINO. Ai nastri di partenza della T-FAST 42k – La maratona della città di Torino, domenica 24 novembre, ci sarà anche Alfonso Coppola, 48 anni, di Beinasco, all’esordio sulla distanza. Un esordio che ha già il sapore della rivincita. Diversi anni fa gli diagnosticarono il morbo di Crohn e nel 2013, dopo due interventi nei quali gli asportarono gran parte dell’intestino, si sentì dire dai medici: “Non potrai più avere una vita normale”.

Sono emozionato e per me tagliare il traguardo in Piazza Castello sarà una vera vittoria – esordisce Alfonso -. Io dico sempre che il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso, e io sono un sognatore… Corro da 3 anni, ho partecipato a 10k e mezze maratone. Sto preparando la 42,195k da quattro mesi, ma mi sono iscritto da poco. Mi sento bene, mi sono allenato e… non vedo l’ora. Lungo l’ultimo chilometro della mia prima 21k ho pianto, non mi vergogno a dirlo. Anzi, sono pronto a rifarlo domenica 24 novembre“.

Come è riuscito a conciliare il “non potrai avere una vita normale” detto dai medici con la corsa?

“Prima di tutto, non credendo a quanto mi hanno detto. Poi, pensandoci, paradossalmente mi hanno spinto loro a correre. In realtà, mi avevano consigliato di camminare, perché mi avrebbe fatto bene, e così è stato. Poi, da parte mia, ho solo cambiato il passo e la distanza. Prima l’ho fatto senza vezzi agonistici; in seguito, come è capitato a migliaia di persone, mi sono innamorato della corsa: è arrivato il primo gps e le prime gare“.

Si è visto chiudere le porte in faccia da diverse società podistiche, ci spieghi per quale motivo?

Appena mi presentavo e spiegavo il mio problema, mi rispondevano che non se la sentivano. La mia fortuna è stata trovare l’Atletica TO021, gruppo podistico di Orbassano e dei comuni circostanti, che mi ha non solo tesserato, ma mi ha anche accolto, siamo una vera famiglia. I miei compagni di squadra mi sostengono, mi supportano anche durante le competizioni: se mi vedono in affanno, rallentano per sincerarsi delle mie condizioni. Alla fine è andata bene così“”.

È merito anche dei suoi compagni di squadra se ha deciso di iscriverti alla T-FAST 42k…

“Ero titubante se partecipare o no, la distanza è nuova per me, non so come reagirò. Alcuni di loro si sono offerti di accompagnarmi e seguirmi. A quel punto non ho avuto più scuse (ride, ndr). Ci vediamo domenica 24”.

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