TORINO. Ieri sera il capoluogo è stato invaso allegramente da migliaia di giovani per partecipare in centro a Botellon, festa di origine spagnola dove ognuno si porta da bere da casa. All’evento, organizzato attraverso un rapido tam tam sui social network, hanno risposto in tantissimi. Giovanissimi, la maggior parte, con un’età che non supera i 26 anni: torinesi, studenti Erasmus, studenti fuori sede. Bottiglie e bicchieri nella borsa, lo spirito è stare con gli amici e conoscerne di nuovi. C’è chi suona, chi balla e – ovviamente – chi beve. Ma senza esagerare, in allegria, dividendo con chi ti siede o cammina accanto.
La festa a pochi giorni dal varo delle nuove norme contro la mala-movida, che vietano gli alcolici in orario notturno. «La movida può essere educata e noi siamo l’esempio – interviene Carla, 23 anni -. Qui intorno abbiamo tutti un bicchiere in mano, eppure la situazione è molto tranquilla. Alcune regole, ovviamente, vanno date. E poi le persone devono imparare a controllarsi».
Il popolo del Botellon non ha dubbi: «Troppe restrizioni non servono a nulla». Per loro la soluzione è semplice: «Evitare troppi schiamazzi e vetro per le strade. E, chi esce, dev’essere educato: se qualcuno ti chiede di andartene, o di abbassare la voce, si deve fare, immediatamente».
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