La prima serata, che avrà luogo sabato 14 luglio, con inizio alle 21,30, vedrà in scena una preparatissima e vivacissima monologhista torinese, Giulia Pont. Poco più che trentenne, con all’attivo variegate esperienze teatrali (anche drammatiche o comunque impegnative) frutto di una ben definita formazione (è pure laureata al Dams Teatro) e di un costante aggiornamento, ella presenta al pubblico chivassese un collaudatissimo testo, quel Ti lascio perché ho finito l’ossitocina che la rivelò sei anni or sono con la vittoria al concorso nazionale per monologhi “Uno” di Firenze, trattando un tema che sembrerebbe inflazionato in ambito cabarettistico,
Ai colmi, alle situazioni surreali e alle spiritosissime battute la Pont, che appare in scena con un paio d’occhiali neri da intellettuale, unisce una gestualità e un’espressività assai eloquenti, quasi “ritmiche” (definizione, quest’ultima, per nulla casuale: infatti l’attrice è anche una fisarmonicista dilettante), che coinvolgono e quasi travolgono l’uditorio.
La regia di questo irresistibile monologo è di Francesca Lo Bue. Vale comunque la pena aggiungere che da pochissimo Giulia Pont ha scritto (a quattro mani con Corrado Trione) e lanciato anche un nuovo spettacolo, “Effetti indesiderati anche gravi”, un viaggio in proiezione futuribile (la vicenda prende le mosse nell’anno 2218, cioè tra due secoli) nei problemi della coppia, con i mille volti di un “lui”-spalla che è Lorenzo De Iacovo. L’auspicio è che anche questo lavoro praticamente appena nato possa rimanere in cartellone almeno sei anni, proprio come “Ti lascio perché ho finito l’ossitocina”.
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