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Festival Cabaret di Chivasso, chiude Elena Lia Ascione con un monologo tutto da ridere

CHIVASSO. Si chiuderà sabato 28 luglio, con inizio alle 21.30 (e finalmente, a meno di sorprese climatiche dell’ultimo momento, all’aperto in piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa anziché al Teatrino Civico), il Festival delle Arti Comiche e del Cabaret, organizzato da “L’Officina Culturale”, diretta da Maria Paola Cena e Gianluca Vitale. Il pubblico chivassese potrà ridere di gusto alle acute battute di un’altra donna monologhista, autrice e quindi attrice di sé stessa: Elena Lia Ascione, che presenterà lo spettacolo “Tanto che ci vuole?”.

Nata a Carmagnola da una famiglia napoletana trasferitasi in Piemonte, la Ascione della gente partenopea ha il tipico spirito graffiante, condito con istrionismo e gestualità quanto mai eloquenti. Da qualche anno ella alterna il lavoro di impiegata tecnico-amministrativa presso l’Università degli Studi di Torino con l’attività di cabarettista, rivelandosi in questa veste due anni fa con la vittoria al festival nazionale di Grottammare  (Ascoli Piceno) “Cabaret amore mio”, il cui direttore artistico è “Enzino” Iacchetti. Il chiaro successo ottenuto in tale manifestazione (per la prima volta in oltre trent’anni è stato attribuito il primo premio a una donna) l’ha subito proiettata verso i principali palcoscenici, piemontesi e non, mettendo a punto questo “monologo comico vietato ai minori” (come specificato dal sottotitolo) che è appunto “Tanto che ci vuole?”. Si tratta di un testo nel quale la protagonista è una quarantenne che, malgrado i numerosi fallimenti sentimentali e professionali sin qui patiti, non perde l’ottimismo e la speranza di poter, prima o poi, recuperare anche laddove tutto sembra (o sicuramente è) ormai impossibile. Insomma, “l’ottimismo patologico di una ragazza con gli occhiali rosa dalle lenti rigate”, una sfida a quelle insicurezze che “stanno sempre sulla nostra testa”.

Va infine detto che, nel maggio scorso, “Tanto che ci vuole?” di e con Elena Lia Ascione è stato presentato, con vivissimo successo, al “Torino Fringe Festival”, un elemento che aggiunge prestigio a uno spettacolo degno di essere visto (e soprattutto ascoltato).

Redazione

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