Personaggi

Giovanni Maria Vitelli: una grande figura dell’imprenditoria piemontese del Novecento

Fu Presidente della Venchi Unica dal 1956 ai primi Anni Settanta; il suo management oculato contribuì al successo internazionale dei prestigiosi marchi Venchi e Talmone

Giovanni Maria Vitelli, detto Mario (26 Gennaio 1907 | 21 Gennaio 1974) era figlio dell’avvocato Giovanni Vitelli, a sua volta figlio di Giovanni Vitelli senior (Alghero, 1842 | Torino, 1886), che fu Prefetto del Regno a Vercelli. Sua madre, Angela Passerini Losa (1876 | 1922), era la figlia di Giovanni Rosa, titolare del Cotonificio di Robassomero fondato nel 1885. Dal matrimonio Vitelli-Rosa, oltre a Giovanni Maria, nacque anche Maria Luisa (1910 | 1987).

Nel 1931, il padre di Giovanni Maria, l’avvocato Giovanni Vitelli, fu nominato mandatario generale e liquidatore del patrimonio del finanziere Riccardo Gualino, che – in conflitto con le idee politiche del regime – venne accusato di esportazione illegale di capitali all’estero e condannato al confino.
Giovanni Vitelli inventariò il patrimonio di Gualino, comprese le opere d’arte conservate nelle residenze private di Via Bernardino Galliari, nel Castello di Cereseto e nella Villa di Sestri Levante, che vennero trasferite presso la Regia Pinacoteca di Torino, ora Galleria Sabauda, ove tuttora sono conservate.

Giovanni Maria Vitelli, oltre alla Laurea in Giurisprudenza (1927), conseguì anche quella in Scienze Politiche (1928). Poi, subentrato al nonno materno Giovanni Losa nella gestione del Cotonificio di Robassomero, specializzato nella produzione di fazzoletti, ne espanse notevolmente la produzione e il fatturato, con l’adozione di macchinari d’avanguardia per il candeggio dei tessuti e per l’orlatura; aprì una Filiale anche a Torino, in Via Casteldelfino 79.
Nel 1955 fu nominato Consigliere della Società per Azioni Venchi Unica, leader nella produzione di biscotti, cioccolato e dolciumi, divenendone Presidente già dall’anno seguente. Con Vitelli al timone dell’azienda, la Venchi Unica registrò una marcata espansione.

Foto tratta dal volume “Studi Piemontesi” a cura della Casa di Studi Piemontesi | Ca dë Studi Piemontèis (volume LII/2/2023 pagina 622), per gentile concessione delle famiglie Vitelli-Losa (Fondo Vitelli Losa)

Nel 1950 fu nominato Consigliere dell’Unione Industriale di Torino, per poi diventarne Tesoriere e membro della Giunta. Nel 1959 entrò a far parte della Giunta dell’Unione Nazionale Industrie Dolciarie Italiane; nei primi anni Sessanta strinse accordi con il Gruppo tedesco Prinz Braü GmbH per l’apertura di tre nuovi birrifici in Italia, che consentirono al noto marchio di raggiungere in Italia una quota di mercato del 7-8%.
Vitelli fu revisore dei conti, amministratore delegato, presidente e consigliere di decine di aziende di ogni settore produttivo, dal tessile alle banche, dal dolciario all’agricoltura. Nel 1957 fu nominato Presidente della Camera di Commercio di Torino. Fu anche Console Onorario di Norvegia, Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana e assegnatario di molte altre prestigiose onorificenze italiane e straniere.

Presso la Sede del Fogolar Furlan di Torino, ho recentemente avuto occasione di incontrare personalmente una delle figlie, la dott.ssa Luisa Vitelli Paracchi, alla presentazione della nuova edizione della monografia “Una Storia di Cioccolato | C’era una volta la Venchi Unica” (Ediz. Ël Torèt | Monginevro Cultura, Torino 2024).  Ho dialogato a lungo con questa gentile signora, che ha ricordato con commozione e affetto la figura di suo padre, rivelandomi alcune curiosità della sua attività professionale, ma anche molti aspetti teneri e umani della sua vita privata:

“Al di là degli impegni professionali, la vita privata di papà era tutta dedicata alla famiglia. I miei si erano sposati il 16 Giugno 1943 nella Chiesa dei Santi Angeli. Papà e mamma (Anna Guglielminetti) si erano conosciuti a Champoluc, dove i miei nonni paterni erano soliti trascorre le vacanze estive. Dalla loro unione nacquero tre figli: Elena, io e Paolo (imprenditore, titolare di un cantiere navale).

Paolo Vitelli, industriale, insignito del titolo “Torinese dell’Anno” 2022

Nel 1956 mio padre assunse la presidenza della Talmone Venchi Unica, carica che mantenne fino ai primi anni Settanta quando Sindona ne divenne il maggiore azionista e in pochi anni la portò alla rovina. È sotto la guida di mio padre che la Talmone si sviluppò enormemente”.
Poi Luisa Vitelli, aggiunge: “Ricordo molte cose di quegli anni. Papà ebbe l’idea di aprire negozi monomarca Talmone a Torino e in molte altre città italiane (Pescara, Portogruaro, ecc.). Talvolta si occupava personalmente della ristrutturazione e dell’arredamento dei locali. Ma papà era anche un uomo attento allo sport e al tempo libero dei fanciulli: nel 1963 inventò la gara sciistica per bambini ‘Uovo d’oro Talmone’ una competizione di slalom che ancor oggi si svolge annualmente al Sestriere con centinaia di partecipanti anche se è stata rinominata semplicemente ‘L’uovo d’oro’.
Come uomo d’industria, ricordo l’attenzione scrupolosa che poneva sulla qualità dei prodotti, confrontandosi con gli altri fabbricanti. Andammo ad Alba a visitare la Ferrero: poi papà contraccambiò l’invito ed ospitò a Torino Michele Ferrero e sua mamma Piera, coi quali i miei genitori strinsero una bella amicizia. Ricordo che visitammo a Perugia la Perugina.
A casa papà spesso portava i nuovi prodotti Venchi – Talmone, che ci faceva testare per provarne la bontà.
Ricordo, quando il timone dell’azienda passò a Michele Sindona, la sua delusione nel vedere smantellato l’ufficio in cui per tanti anni si era preso cura dell’azienda: gli arredi erano magari un po’ vecchiotti, ma certamente ancora in buono stato. Eppure vennero sostituiti con scrivanie e poltrone di design moderno. Era un segno, secondo lui, che le cose sarebbero presto peggiorate, perché non si badava più al risparmio e alle cose davvero essenziali”.

Alla scomparsa di Giovanni Maria Vitelli si levò un’onda di emozione in tutta la città. La sua figura fu ufficialmente ricordata dalle autorità cittadine. Così si espresse, ad esempio, Aldo Viglione, all’epoca Presidente del Consiglio della Regione Piemonte:
“Il 21 Gennaio è mancato il Cavaliere del Lavoro Giovanni Maria Vitelli, che dal 1957 ricopriva la carica di Presidente della Camera di Commercio di Torino. Uomo seriamente dedito alla sua attività di realizzatore, che con il suo impegno aveva dato vita a numerose iniziative, fra cui – ultima – la costruzione della nuova sede della Camera di Commercio che aveva seguito personalmente. Al dirigente, all’uomo dedito all’impegno costante, sentiamo di dover rivolgere il nostro pensiero; la cui figura vogliamo in questa sede commemorare”.

Questa la replica di Gianni Oberto, al tempo Presidente della Giunta Regionale:
“Intendo associarmi alle espressioni di cordoglio pronunciate dal Presidente del Consiglio per la scomparsa di Giovanni Vitelli, che è stato veramente per Torino, anzi, non soltanto per Torino ma per il Piemonte, un animatore ed anche un convinto regionalista. Nelle varie occasioni in cui mi trovai a dibattere con lui il tema regionale, al sorgere di questo nostro istituto, e poi nel cammino faticosamente percorso, ho sempre trovato in lui, pur sulle posizioni proprie di un Presidente di Camera di Commercio, uno spirito largamente aperto ai problemi che la Regione deve affrontare e deve risolvere, ed una larga disponibilità alla collaborazione. Penso sia da ricordare qui che egli si è anche adoperato per favorire ed accelerare al massimo la trattativa per il passaggio di Palazzo Lascaris alla Regione come sede della Presidenza del Consiglio Regionale. A nome della Giunta tutta, commossa per questa grave perdita, rinnovo le condoglianze alla famiglia dello scomparso”.

Sergio Donna

Sergio Donna

Torinese di Borgo San Paolo, è laureato in Economia e Commercio. Presidente dell’Associazione Monginevro Cultura, è autore di romanzi, saggi e poesie, in lingua italiana e piemontese. Appassionato di storia e cultura del Piemonte, ha pubblicato, in collaborazione con altri studiosi e giornalisti del territorio, le monografie "Torèt, le fontanelle verdi di Torino", "Portoni torinesi", "Chiese, Campanili & Campane di Torino", "Giardini di Torino", "Fontane di Torino" e "Statue di Torino". Come giornalista, collabora da alcuni anni con la rivista "Torino Storia". Come piemontesista, Sergio Donna cura da tempo per Monginevro Cultura le edizioni annuali dell'“Armanach Piemontèis - Stòrie d’antan”.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio