L’Iris è un fiore particolare e deve il suo nome a Iride, la messaggera degli dei. Le prime piante d’Iris furono un tempo così rare e poco conosciute, tanto da essere scambiate per gigli, mentre oggi ne conosciamo più di trecento specie di queste piante rustiche e resistenti, dunque non manca la varietà, dalle bulbose alle rizomatose, dalle nane alle slanciate, con la barba e senza barba! Pare che abbiano un anello che ne avvolge i semi e li protegge: una specie di lanuggine bianca.
Una raccolta di trecento varietà dagli infiniti colori selezionati e incrociati, e come risultato una stimolante gara con i pittori che da sempre hanno amato questi fiori e si sono appassionati al cangiante e alle sfumature e li hanno fermati per sempre su tele di indubbia bellezza. A cominciare da Jan Brughel il Vecchio, detto anche Jan dei Velluti, questa meticolosa arte di dipingere i fiori è nata in Olanda intorno al 1700 e a quell’epoca questi fiori erano rari. In tempi più recenti il nostro torinese Albino Galvano, pittore e filosofo scomparso pochi anni or sono, ha dipinto spesso e instancabilmente l’Ireos, come egli amava chiamarlo.
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