ENOGASTRONOMIAΩ Primo Piano

Dolci leccornie della Granda: Pnon di Levaldigi, Quaquare di Genola e Cuneesi al rhum

A Levaldigi, frazione di Savigliano, conosciuta soprattutto per il suo aeroporto, una tipicità sono gli Pnon, biscotti di pasta frolla, che talvolta possono essere confusi con le più diffuse paste di meliga, ma la ricetta non prevede l’uso di farina di mais. Gli ingredienti infatti sono: farina di frumento, zucchero, uova, mandorle amare, burro e scorza di limone. La variante più antica prevedeva il miele. La forma e il nome dovrebbero ricordare i “pennoni” (pnon in dialetto), cioè gli stendardi usati per le grandi occasioni. L’origine degli Pnon di Levaldigi (PAT)  risale al 1681 allorquando il piccolo centro si preparava a ricevere le reliquie dei Corpi Santi, che il vescovo di Fossano aveva eletto a patroni. La popolazione aveva abbellito il paese e addobbato il percorso con lunghi pali a cui erano stati appesi pennoni colorati. Un pasticciere preparò per l’occasione dei biscotti lunghi e stretti, e dichiarò che quello era il suo contributo all’addobbo del paese; quei dolcetti da allora si chiamarono Pnon.

I tradizionali Pnon di Levaldigi

A due passi dall’aeroporto troviamo Genola dove si possono assaggiare le Quaquare (PAT), biscotti dalla forma di cuore, così chiamati dal termine dialettale che indica i maggiolini, coleotteri un tempo diffusissimi nelle campagne, e di cui, secondo alcuni, i biscotti ricordano la forma. Secondo altri sono così chiamati perché tradizionalmente venivano preparati in maggio, mese di volo dei maggiolini. Gli ingredienti che servono per prepararle sono: farina di grano tenero, burro, zucchero, albume d’uovo e scorza di limone. Vengono prodotti anche nei paesi limitrofi. Genola ogni anno dedica alle Quaquare una fiera che si tiene abitualmente nel mese di maggio.

Le Quaquare di Genola

Tra i dolci più famosi e imitati, tanto che non pochi comuni della “Granda” ne vantano le origini e la paternità,  ci sono i Cuneesi al rhum, praline la cui complessa preparazione prevede l’utilizzo di albume, zucchero, cacao, crema pasticciera, rhum e cioccolata. La pralina al rhum dovrebbe comunque essere nata agli inizi del Novecento a Dronero, all’interno di un laboratorio: il pasticciere stanco di rimuovere le meringhe che non si staccavano perfettamente dalle teglie pensò di unirle a due a due con la crema per mascherare le rotture. Il gradimento dei clienti fu tale che cominciò ad accoppiare anche le meringhe che non si rompevano, incollandole con varie creme e successivamente immergendole nel cioccolato fondente. La fama del cioccolatino al rhum arrivò nella vicina Cuneo che lo volle come proprio dolce: il cioccolatino venne battezzato Cuneese al rhum e prodotto sin dal 1923 nella pasticceria Arione di piazza Galimberti.

Piero Abrate

Giornalista professionista, è direttore responsabile di Piemonte Top News. In passato ha lavorato per quasi 20 anni nelle redazioni di Stampa Sera e La Stampa, dirigendo successivamente un mensile nazionale di auto e il quotidiano locale Torino Sera. E’ stato docente di giornalismo all’Università popolare di Torino.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio