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Delitto Prinzi, fermati due pregiudicati: per movente un giro di orologi di lusso

Umberto Prinzi fu ritrovato morto a dicembre in collina

TORINO. Svolta nel giallo dell’omicidio di Umberto Prinzi, trovato morto lo scorso 14 dicembre in strada Santa Brigida a Moncalieri. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torino hanno fermato due pregiudicati torinesi. Ci sarebbe una compravendita di orologi di lusso all’origine dell’omicidio. Prinzi fu ammazzato con due colpi di pistola alla nuca sparati con una pistola semiautomatica calibro 6.35 munita di silenziatore.

In manette sono finiti Antonio Serra, 47 anni e Nicola Termine, 51 anni, entrambi pugliesi residenti a Torino. Per sfuggire agli investigatori, i due arrestati dormivano in alberghi e dormitori pubblici del torinese, cambiando spesso luogo di soggiorno.

Serra era già noto alle forze dell’ordine per diversi reati, tra cui una rapina a una banca di Druento (To) nel 2012 messa a segno con il volto coperto da una maschera della nota sit-com “I soliti idioti”. Durante la perquisizione nella sua abitazione i militari hanno sequestrato cinque orologi Rolex.

“Sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire l’intera vicenda – spiega il comandante provinciale dei carabinieri di Torino, colonnello Francesco Rizzo -. La sinergia tra carabinieri e Procura ha permesso di fermare i due presunti colpevoli”.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Prinzi è stato assassinato a bordo della sua auto, ritrovata poco tempo fa in un luogo diverso da quello in cui è stato trovato il cadavere. Sono in corso ulteriori accertamenti per ricostruire, con l’interrogatorio degli indagati, la dinamica del delitto e il movente, riconducibile a non chiare relazioni d’affari fra i tre.

Prinzi era finito in carcere per aver ammazzato Cosimo Andriani, la trans nota con il nome di Valentina, uccisa nel 1995. I due avevano avuto una relazione. Prinzi, durante un litigio, strangolò Valentina e poi nascose il cadavere in un sacco, gettandolo in una scarpata nelle Valli di Lanzo. Condannato a 22 anni di carcere, si professò sempre innocente. Nel 2007 fece ritrovare il corpo e ammise il delitto. Nell’autunno del 2017 era uscito dal carcere.

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