Categories: Cultura & Spettacoli

Dai Macchiaioli a Segantini: l’Ottocento in mostra dal 20 ottobre al Castello di Novara

NOVARA. Le sale del Castello di Novara, dal 20 ottobre al 24 febbraio 2019, si apriranno per accogliere la mostra Ottocento in collezione – Dai Macchiaioli a Segantini. L’esposizione, curata da Sergio Rebora ed Elisabetta Staudacher, presenta ottanta capolavori di pittura e scultura provenienti da prestigiose raccolte private di grandi maestri italiani, quali: Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Carlo Fornara, Domenico e Gerolamo Induno, Silvestro Lega, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giovanni Segantini e Federico Zandomeneghi. La rassegna testimonia l’importanza storica del fenomeno del collezionismo nello sviluppo delle arti in Italia: dall’Unità nazionale ai primi anni del Novecento. La storia delle arti figurative in Italia, nel secondo Ottocento, s’intreccia con le vicende dei raccoglitori di opere d’arte e, più in generale, del mecenatismo culturale. Dopo il 1860, s’intensifica il collezionismo di dipinti e sculture da parte di una sempre più ampia fascia di pubblico, composta in prevalenza da esponenti della borghesia delle imprese e dei commerci e delle professioni civili.

La rassegna al Castello di Novara, suddivisa in otto sezioni, si apre con un accenno poetico, nel loro passaggio dai temi storico-risorgimentali, alla vita quotidiana del nuovo stato sabaudo, con autori quali Gerolamo Induno, Giovanni Fattori, Luigi Nono. Negli anni Sessanta si assiste anche ad una messa a fuoco sul paesaggio nella sua accezione naturalista (Antonio Fontanesi, Guglielmo Ciardi, Filippo Carcano) e ad un confronto tra studio di ritratto pittorico e scultoreo che si prolunga nel tempo (Tranquillo Cremona, Vincenzo Gemito, Medardo Rosso).

L’esposizione prende poi in esame l’assestarsi e il definirsi, nei due decenni successivi, di un gusto ufficiale che rispecchia quello della monarchia sabauda e che si confronta con i richiami da Oltralpe: è il trionfo della pittura e della scultura di genere declinate su temi ispirati alla vita pastorale e agreste (Francesco P. Michetti, Filippo Palizzi) e a quella borghese nei suoi risvolti intimisti (Silvestro Lega, Giacomo Favretto, Vittorio Corcos), anche con affondi decorativi o folcloristici attraverso la moda dell’orientalismo (Alberto Pasini, Domenico Morelli). Tra le eccellenze del genere si annoverano le esperienze degli artisti operanti a Parigi o in rapporto con la Galleria Goupil (tra cui Antonio Mancini, Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi).

Mentre, nell’ultimo decennio del secolo, si assiste da un lato all’affermazione di istanze ideologicamente impegnate verso i temi del lavoro – espressi con attento e consapevole tono di denuncia delle ingiustizie sociali – e dall’altro verso i primi segni di sensibilità nei confronti del simbolismo internazionale, a volte interpretati con enfasi allegorica di impronta decorativa. L’elaborazione di contenuti così differenti si accomuna spesso con la sperimentazione della pittura divisionista da parte dei maestri della cosiddetta prima generazione: Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Angelo Morbelli, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Plinio Nomellini, Emilio Longoni, Vittore Grubicy.

In particolare, si segnalano: La curiosità di Silvestro Lega, caposaldo macchiaiolo della raccolta Jucker; il grande paesaggio Aprile di Antonio Fontanesi, custodito per lungo tempo nella collezione Rossello; lo splendido Hyde Park di Giuseppe De Nittis, realizzato a Londra nel 1876 (città nella quale, l’anno precedente, l’artista dipinse Piccadilly, quadro appartenuto al raccoglitore Paolo Ingegnoli e poi a Gaetano Marzotto); Il pastello rosa di Giovanni Boldini, raffinatissimo ritratto di Emiliana Concha de Ossa risalente alla seconda metà degli anni Ottanta; il capolavoro divisionista Venduta! di Angelo Morbelli; Gli emigranti di Giuseppe Pellizza da Volpedo della collezione dell’imprenditore Francesco Federico Cerruti e Petalo di rosa, toccante dipinto simbolista di Giovanni Segantini.

La mostra è visitabile presso il Castello Visconteo Sforzesco (piazza Martiri della Libertà, 215) di Novara nei seguenti orari: martedì – domenica dalle ore 10 alle ore 19 (la biglietteria chiude alle ore 18). Aperture straordinarie: 1 novembre, 8 dicembre, 26 dicembre, 1 gennaio 2019, 22 gennaio 2019. Chiuso nei giorni 24, 25 e 31 dicembre 2018. È possibile acquistare il biglietto: intero al costo di 10 euro, ridotto a 8 euro (per over 65, under 26, gruppi di almeno 15 persone, soci di enti convenzionati: Fai, Touring Club Italiano, Abbonamento Musei Lombardia) e per le scolaresche a 5 euro. Gratuito per i bambini al di sotto dei 6 anni. L’audioguida ha un costo di 3 euro. Accompagna la mostra un catalogo edizioni METS Percorsi d’arte con testi dei curatori e schede storico-critiche redatte da specialisti del settore (30 euro in mostra; 35 euro in libreria).

Per maggiori informazioni e prenotazioni è possibile consultare il sito www.metsarte.com, oppure contattare ATL Novara / IAT al numero 0321.394059 o scrivere via mail all’indirizzo info@turismonovara.it.

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