TORINO. Anticipare le aperture entro la metà di maggio e un piano di sostegno al reddito di titolari e dipendenti che si affianchi ai fondi per la ripartenza delle imprese. E’ quanto chiede la Cna regionale come ci spiega il presidente del settore Benessere Giuseppe Sciarrino: “Il nostro comparto è esasperato. Le nostre attività sono ferme da due marzo e non possono attendere ancora. In tutto l’anno segneremo una perdita secca del 40% sul nostro fatturato, se aggiungiamo a quanto perso finora anche la riduzione del 50% dei passaggi che vedremo nei prossimi mesi a causa delle nuove regole del distanziamento sociale”. Un bilancio drammatico, quello descritto da Sciarrino che si potrebbe mitigare in parte con una riapertura immediata e non al 1° giugno come attualmente previsto per la cosiddetta “Fase 2”.
Inoltre, il presidente regionale CNA Benessere Acconciatori chiede che il sostegno alle partite IVA sia aumentato a 1.000 euro mensili e concesso fino alla fine dell’emergenza: “Per noi si tratta di un reddito di sussistenza per i titolari che non è sufficiente anche come sostegno all’attività. Anzi, è un’aggiunta necessaria per consentirci di restare aperti. Accanto a questo assegno mensile, poi, è necessario un piano di aiuti alle nostre imprese che preveda maggiori finanziamenti a fondo perduto rispetto a formule che ci richiedono ulteriore indebitamento”.
“Siamo una categoria a rischio, è vero, ma siamo anche molto attrezzati per garantire la sicurezza di clienti e operatori – ha aggiunto Monica Percelsi, presidente regionale dell’Estetica per CNA Benessere -. Da sempre sanifichiamo, sterilizziamo strumenti e lavoriamo con protezioni, abbiamo spazi adeguati e con pochi accorgimenti i nostri centri possono ripartire. Noi dobbiamo aprire. Non possiamo più permetterci il blocco”.
L’appello della presidente è rivolto anche alla correzione di alcune storture che si stanno verificando in questi ultimi giorni: “Abbiamo sempre usato le mascherine chirurgiche, pagandole 9 centesimi l’una, oggi ce le propongono ad almeno 1 euro e 20 centesimi. Oppure i guanti che sono passati da 6,70 a scatola agli attuali 20 euro. Con questi costi anche la ripartenza sarà davvero impossibile”, ha concluso Percelsi.
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